Che cosa ha a che fare Ferenc Puskas, il mancino più implacabile di ogni tempo, con la storia granata?
La Leggenda e i campioni
Ferenc Puskas e i Mazzola
11 maggio 1947, Torino Stadio Comunale.
Amichevole Italia-Ungheria.
L’Ungheria di Szengeller, del portiere Toth e di Puskas è squadra forte, basata in pratica sulla Honved; non è ancora comunque l’ “Aranycsapat”, la squadra d’oro che il 25 novembre 1953 sconfiggerà 3-6 l’Inghilterra all’Empire Stadium di Wembley, riconfermando la propria superiorità al ritorno 7-1! in terra magiara.
Il Commissario Unico Vittorio Pozzo schiera la squadra azzurra semplicemente così: il portiere bianconero Lucidio “Cochi” Sentimenti IV e, davanti a lui, il Torino. Dieci giocatori granata. Dei “nostri” non sono presenti soltanto Valerio Bacigalupo e Franco Ossola.
Risultato finale: Italia-Ungheria 3-2.
Due reti di Gabetto e punto della vittoria di Loik al 90’.
Puskas conservò comunque un buon ricordo di quella gara, e di Valentino Mazzola in particolare.
Diciassette anni dopo, in un certo senso, si chiuse il cerchio della storia degli uomini e di una famiglia.
Nel frattempo Puskas, nato nel 1927 Ferenc Purczeld a Budapest da famiglia sveva-tedesca, dopo la gloria con la nazionale magiara, attraversati la speranza ed il tragico epilogo della rivolta ungherese del ‘56, nella sua seconda vita di campione, era diventato a fianco di Alfredo di Stefano l’uomo di punta, “Canoncito bum” del Real Madrid.
27 maggio 1964, Vienna Stadio Prater.
Coppa dei Campioni. Finale.
Internazionale - Real Madrid
Prima della partita, il Capitano Armando Picchi prende da parte Sandrino Mazzola: “Questa sera papà ti guarda”.
A 5’ dall’intervallo, scende Facchetti. Zoco, il marcatore di Mazzola gli si fa incontro. Giacinto a Sandrino che non chiude il triangolo e prepara il destro, semplicemente perfetto: 1-0, palla alle spalle di Vicente! Inter in vantaggio.
Risultato finale: Internazionale- Real Madrid 3-1.
Due goal di Sandro Mazzola.
“Alla fine dell’incontro Puskas mi regalò la maglia: ricordava mio padre, ero stato degno di lui e voleva riconoscerlo. Fui veramente commosso”, Sandro Mazzola.
Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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