la leggenda e i campioni

Gigi Lentini: “Verso il goal in aerea, irridente leggerezza”

Gigi Lentini: “Verso il goal in aerea, irridente leggerezza” - immagine 1
Torna un nuovo appuntamento con la rubrica "La Leggenda e i Campioni", a cura di Gianni Ponta

Gianni Ponta

Forza. Tecnica. Spensieratezza. Improvvisazione. Aveva tutto. Una forza fisica considerevole, gambe forti che gli consentivano scatti micidiali, in cui era semplicemente straripante. Delle "ripetute" durante le partite. La tecnica, palla sotto la suola, a farla girare prima di partire, e poi sopraffina nel dribbling per finalizzare al cross o andare alla conclusione. Era beatamente incosciente, consapevole della propria superiorità. Poco prima di scendere in campo contro il Real Madrid, Pasquale Bruno, già in trance agonistica, sente nello spogliatoio il rumore di un asciugacapelli... è Lentini che si rifà il look per giocare la partita della vita. Gianluigi Lentini, l'ultimo asso del Filadelfia.

Agli inizi, l'indimenticabile Gianni Bui andava a prenderlo nel bar di famiglia a Villastellone, per fargli frequentare con regolarità gli allenamenti, dandogli una guida sportiva che ne temperava gli umori giovanili.

I ricordi di Sergio Vatta: "1985/86. Dalla squadra Berretti, l'allenatore Gianni Bui mi segnalava un talento che, secondo lui, doveva giocare con la Primavera: Gianluigi Lentini. Aveva ragione, Gianni: emergendo notevolmente rispetto al livello degli altri, pur elevato, Lentini apparve subito un campione. Ecco, pensai, con una gestione intelligente, senza cercare con accanimento di raccogliere frutti al presente, potremmo iniziare ancora una volta la ricostruzione". Torneo di Viareggio 1987. Nella seconda gara il Toro riuscì ad imporsi sulla Dinamo Zagabria, guidata da Prosinecki. Quarti di finale: Torino-Dukla Praga 2-0. Nella semifinale, disputata a Sesto Fiorentino, i giovani granata eliminarono il Vicenza.Gigi Radice era entrato negli spogliatoi ad incoraggiarli prima dell'incontro.

In finale, la prova più difficile. Avversario: la Fiorentina, stadio colorato di viola. Gigliati in vantaggio quasi subito.

Risultato finale: Torino-Fiorentina 4-1. Con Lentini giocavano, tra gli altri, Bresciani, Fuser, Sordo e Venturin. Ben cinque futuri protagonisti in Serie A, tra cui un fuoriclasse.

Il 23 novembre 1986, l'esordio in Serie A. Brescia-Torino 2-0: Lentini debutta sostituendo Cravero. Così Vladimiro Caminiti su Tuttosport: "Appena 11 minuti, ma già portamento e snellezza operativa lo rivelano come uno dei talenti emergenti della squadra". 26 aprile 1987, Torino-Juventus 1-1, primo derby in Serie A che Lentini, maggiorenne da meno di un mese, gioca tutto intero. Scrisse Franco Colombo: "Lentini è un geniaccio, non a caso è sua la prima invenzione da goal, su cui Brio ci mette una pezza...Non a caso è suo il cross del goal di Cravero all'85'. Ma per il resto cerca più gli avversari che i compagni, trova più applausi che consensi critici. E gli gioveranno più questi di quelli, perché il suo problema è imparare a gestirsi, a gestire la classe innata".

Nei professionisti un anno ad Ancona per farsi le ossa. Al suo ritorno in granata, nell'89-90, trova in panchina Eugenio Fascetti, allenatore severo dal forte impatto sul piano umano. Quasi al termine della cavalcata per ritornare in Serie A, il 25 marzo 1990, Torino-Reggina 2-0, campionato Serie B, primo goal: pallonetto in rovesciata da posizione impossibile. A promozione acquisita, il Torino del presidente Borsano si avvia a regalare ai tifosi un biennio da sogno, la squadra affidata ad Emiliano Mondonico. Un biennio che pagheremo amaramente a carissimo prezzo, ma durante il quale abbiamo avuto sentore, consapevolezza e piacere di essere - nuovamente e meritatamente - grandi.

23 settembre 1990, Torino-Internazionale 2-0. Dopo la rete su punizione di Rafael Martin Vazquez, il primo goal di Gigi in Serie A, indimenticabile, su contropiede aperto da Mussi, a suggellare una superiorità individuale e collettiva. Ancora il commento di Franco Colombo: "Costretto a dannarsi nella doppia parte di attaccante contro Riccardo Ferri II e arginatore di Brehme, il ragazzo s'era sfiancato...Ma s'involava verso il goal della sicurezza in aerea, irridente leggerezza". 21 ottobre 1990, Cagliari-Torino 1-2. La prosa romanzata (nessuno scrive più così) di Vladimiro Caminiti: "Bellissimo tipo, dicono che è di Carmagnola, infatti ci è nato per caso; è un palermitano di quelli che respirano col naso, come Antibo. Corridore mostruoso, dribblatore eccentrico, ragazzo che è un gelsomino per la manovra corale. Ne guadagnano tutti dalle sue iniziative fanatiche, di forza e talento". Gigi Lentini a tratti incontenibile nell'incontro vinto dal Torino per 1-2 a Marassi sul campo della Sampdoria. Micidiale la combinazione Lentini-Bresciani in contropiede che porta alla prima segnatura dei granata. Il nostro centravanti, atterrato in area al momento di concludere, successivamente trasforma il rigore assegnato.

E poi la fantastica cavalcata in Coppa UEFA 1991-1992.

Il 24 ottobre, secondo turno, 2-0 sui portoghesi del Boavista, 2' Lentini, 69' Annoni.

"Lentini è stato il Ribot della situazione, ha cavalcato per i tifosi granata nelle praterie del sogno. Che gran giocatore! Che estroso fuoriclasse!". Il 6 novembre, in aereo, volo Düsseldorf-Malpensa, al tramonto, guardavo alla mia destra, pensando il mio Torino è laggiù, a Oporto, a giocarsela. 0-0. Lentini espulso al 42': "nell'atteggiamento tecnico non ha nulla da imparare da nessuno, ma nello spirito deve migliorare, perché giocare in campo internazionale significa anche saper resistere alle provocazioni".

E poi...saltiamo pure qualche turno ed arriviamo alla semifinale con il Real Madrid.

Al Bernabeu, atmosfera particolare, decine dì pullman granata con i vetri rotti già prima dell'inizio del match, colpiti da sassi o bottiglie, compreso quello della squadra dopo l'ingresso "riservato" (sic!) nello stadio. 2-1 per le merengues. Match di ritorno. Torino, mercoledì 15 aprile 1992. Torino-Real Madrid 2-0. Marco Ansaldo su La Stampa: "È una serata che ricorderemo a lungo, questa che consegna il Toro per la prima volta a una finale europea e con una vittoria per 2-0 sul Real Madrid. Anziani colleghi che hanno conosciuto il mondo si abbracciano con gli occhi umidi: non avevano mai visto il Toro battere il Real Madrid e arrivare a una finale per l'Europa. Ed è tanto bello che sia così". È difficile spiegare a chi non c'era, quella sera, al Delle Alpi. L'apoteosi, ci guardammo prima entusiasti, poi felici, poi increduli. Tutti bravi, ma Bruno su Butragueno, Fusi a tutto campo contro Hierro e in appoggio a Cravero, e poi Lentini... Bastava, si fa per dire, essere compatti e poi di là, oltre la metà campo, c'era lui: "Ma nel puzzle granata c'era in serbo l'ultimo quarto d'ora di Lentini nella sua zona, quella dello strepitoso finale azzurro contro la Germania" - Bruno Perucca, La Stampa. Ancora Vladimiro Caminiti su Tuttosport: "Sono nato fortunato. Quando ho alzato la testa dal mio Toshiba, Lentini se ne andava via sulla sinistra e crossava il pallone che il piccolo nocchieruto esile meraviglioso Fusi sbatteva in goal".

Tralasciando le maledette finali che ci videro contro l'Ajax. 2-2 in casa e 0-0 in trasferta per vedersi sfuggire la Coppa UEFA meritatissima. Da quella sera non sopporto di ascoltare "We are the Champions". "Lassù nessuno ti ama! Toro, tre pali gli negano una storica Coppa" Due pali che noi VCG non dimenticheremo mai, e la traversa di Sordo che ci rimbomba ancora nella testa. Gianluca Sordo ha ricordato che la mattina dopo, nel cortile dell'hotel, parlando con Mondonico, i ragazzi intuivano che quel qualcosa di grande si andava esaurendo.

"Noi siamo gli indiani contro i cow-boy" amava dire con la sua consueta ironica arguzia Emiliano Mondonico. "Chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia" nonostante i tentativi di "rinchiuderci in una riserva" (Roberto Condio, La Stampa, 4 novembre 1999). Senza ombra di dubbio, Lentini ha effettuato al meglio la cavalcata dell''indiano granata nelle praterie avversarie. Chioma al vento, sicuro di se', solo contro tutti.

Il Milan ce lo portò via. Quella cessione non ci aiutò a rimanere grandi. Anzi. Ogni grande momento lo abbiamo sempre pagato amaramente a caro prezzo. Arrivato in rossonero, Gigi Lentini confermò nei test di MilanLab di essere dotato di un fisico caratterizzato da parametri prestazionali eccellenti. Ebbe un drammatico incidente che per un'inezia non gli costò la vita ma arrivò a fletterne la straordinaria efficacia di atleta.

Del suo ritorno a Torino e al Torino vorremmo solo ricordare un bel sabato pomeriggio, in Serie B. 8 novembre 1997. Torino-Cagliari 3-0. "Irresistibile Claudio Bonomi: tre goal al Cagliari nell'anticipo". L'allenatore Edoardo Reja aveva recuperato due giocatori, Lentini e Claudio Bonomi, che il predecessore Graeme Souness non vedeva assolutamente di buon occhio. Fabio Ravezzani su Tuttosport: "Lentini 7,5: incontenibile. Come sempre gli accade, trova la miglior condizione adesso che è novembre. Lo dimostra non solo la gara straordinaria che disputa, ma anche l'agilità ritrovata, la leggerezza della corsa, la rapidità dei movimenti".

"Incredibile, il fascino del calcio sta proprio nel fatto che un giorno sei una m....,e la volta dopo un fenomeno". Lentini . Uno di noi, con la sciarpa del Toro annodata in vita.

"Torneremo torneremo ad Amsterdam"

SFT

Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

tutte le notizie di