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La Leggenda e i Campioni

Renato Zaccarelli. Torino lifestyle

Gianni Ponta

Torna l'appuntamento con "La Leggenda e i Campioni" la rubrica di Gianni Ponta: "In quel momento molti tifosi granata sentono che è un campionato diverso, che può essere l'anno buono..."

Domenica 14 dicembre 1975, 9a giornata

Milan-Torino

Sono le 15:15. Tutto il Calcio Minuto per Minuto si collega al termine del primo tempo.

A San Siro, Torino in vantaggio per una rete a zero grazie al goal di Zaccarelli al 16'.

In quel momento molti tifosi granata sentono che è un campionato diverso, che può essere l'anno buono.

Il goal lo vedremo a 90° Minuto. Il numero 10 scende nella sua posizione di mezzala sinistra per allargarsi all'ala, affiancato dal libero rossonero Turone; all'intersezione area di rigore-linea di fondo ne elude l'intervento con dribbling secco a rientrare e di destro fredda il grande Albertosi a mezza altezza sul primo palo.

E pensare che Renato era in forse, a causa di un persistente dolore alla caviglia. Radice ne ha verificato la tenuta in tackle sotto il capannone di un distributore di benzina, facendo una sosta nel trasferimento verso lo stadio.

Nella ripresa, al pareggio di Maldera il Torino risponde ribadendo la propria superiorità con la rete in tuffo di Graziani, su cross di Salvadori liberato di suola-tacco all'ala sinistra da Claudio Sala. In serata, alla RAI, Carlo Sassi indica il Torino tra le pretendenti allo scudetto. Del servizio filmato rimane l'abbraccio tra Gigi Radice, impeccabile nel suo loden di moda in quegli anni, e Roberto "Piro" Mozzini al centro del campo. I ragazzi hanno capito dove potranno arrivare.

Curiosità. Nel Campionato successivo, quello del secondo posto con 50 punti su 60, Milan-Torino si gioca in una giornata di sole molto fredda, il 16 gennaio 1977. Termina 0-0. C'è un'azione che coinvolge i tre protagonisti del goal dell'anno precedente.

Zaccarelli forte e teso dal limite dell'area. Albertosi già proteso in tuffo vede la sfera deviata da Turone dalla parte opposta. Con colpo di reni prodigioso va dall'altra parte e devia. Miracolo a Milano.

Poche settimane dopo, a Genova contro la Sampdoria, tutto il Torino gioca una gran partita e Renato propizia la terza rete di Graziani. Gran volata in contropiede nella sua posizione classica di mezzo sinistro, dribbling a rientrare e tiro teso dal basso verso l'alto: traversa piena, irrompe il centravanti e fa tripletta.

13 marzo 1977

Inter-Torino 0-1 (6' autorete di Bini).

Manca Vittorio Caporale, e Gigi Radice schiera Renato Zaccarelli nel ruolo di libero. Lì per lì pensiamo ad una iniziativa azzardata del nostro allenatore. Invece, ha ragione lui. La prestazione di Renato è, tra la sorpresa generale, una top performance, alla scoperta di un ruolo che ne allungherà la carriera. Ne ricordo il primo intervento: su un cross a mezz'altezza controlla di petto ed esce ad impostare.

Dallo Scudetto Primavera 1969-1970 con "Bida" Ussello al Guerin d'Oro come miglior calciatore 1985-1986. Dentro c'è tutto, il goal della vittoria del derby del 30 marzo '75, i 50 punti, la guida autorevole del giovin Torino di Giacomini, il secondo posto dietro il Verona, il palo contro il Borussia che avrebbe significato, in una partita compromessa dalle assenze di Pecci e Sala, almeno il pareggio per 2-2.

Nazionale. A Mar del Plata, nel '78, il suo diagonale improvviso, dal limite dell'area, permise agli azzurri di pervenire al pareggio contro i transalpini, pareggiando il goal di Lacombe in avvio di partita.

Sì certo, la nazionale gobba prese il largo in quel Mondiale, ma senza quel goal di Zaccarelli non sarebbe uscita dal porto.

Non parliamo del suo lavoro dietro le quinte, come allenatore e dirigente. Ha fatto e dato tanto, sino a quella tremenda estate 2005.

E quando Cairo, appena insediato, lo contattò, forse si sentì rispondere "basta così".

Per la sua signorilità nei rapporti interpersonali, la sua impostazione di giocatore di classe, il suo stile di corsa da quattrocento metri ostacoli, la sua determinazione agonistica unità a un British fair-play, la sua passione e la sua obiettività nei giudizi e negli atteggiamenti,

per tutto quello che continua a dare, ricambiato dal nostro tifo, soltanto

Grazie Rene'

Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.