Prima di tutto il sorriso. Un sorriso aperto, simpatico, non un atteggiamento di sfida come spesso ricorre in ambienti competitivi. Così lo incontrammo, ormai terminata la carriera agonistica, il 1 dicembre 1985, ai tornelli dello stadio Sinigaglia in una trasferta del Torino a Como. Roberto Salvadori, Campione d'Italia 1976, numero 3 di quel gran Torino quando i numeri avevano un significato. Impermeabile di "gabardine", sportivo elegante, stava entrando, tifoso qualunque, ad assistere alla partita e a tifare per i colori granata nel nostro rito laico della domenica.
La Leggenda e i Campioni
Roberto Salvadori. Testa e cuore
LEGGI ANCHE: Sandro Ciotti. La voce degli stadi
Quanti bei ricordi di un giocatore così. Un bel centrocampista schierato in difesa. Sempre in appoggio ai Sala, dietro le furenti battaglie in dribbling di Claudio, come a Milano per effettuare il cross decisivo per il colpo di testa vincente in tuffo di Graziani, 14 dicembre 1975, Milan-Torino 1-2. O a supporto di Patrizio, in quel formidabile biennio '75-77 "l'uomo-chiamato-cavallo". Ci voleva testa e perfetta conoscenza dei tempi di gioco, per giocare come Salvadori. Mica solo terzino sinistro, giocatore che semplicemente sapeva trovarsi dove arrivava una palla pericolosa, potenziale occasione per i nostri avversari, da trasformare in una "ripartenza" (che brutta parola usano adesso) per noi. "Bodo" Salvadori, non per niente con il soprannome di "Faina", uno che anticipa, che ti sottrae la palla e ti "ruba" l'idea. In una squadra "tremendista", di rabbie leali, il suo equilibrio, la sua freddezza insieme a quella di Zaccarelli ed alla regia di Eraldo Pecci permettono una gestione equilibrata nelle fasi più concitate delle partite. 30 presenze su 30 partite l'anno dello Scudetto.
Ricordo un Torino-Perugia giocato sotto una pioggia torrenziale, nel quale il suo gol fu decisivo per la vittoria di misura 2-1 sugli umbri. Campionato 1976-77, quello dei 50 punti su 60. Miglior attacco e miglior difesa, "vincevamo tutte le domeniche e alla fine ci dissero che eravamo secondi" (copyright Eraldo Pecci), per un misero punto, alle spalle dei gobbi.
LEGGI ANCHE: Virgilio Maroso e il Sistema
Roberto Salvadori da Magenta, uno che quando - raramente - non c'era, uh se ne avvertivi l'assenza. Intelligente, di grande discrezione, leader dello spogliatoio perché serietà, serenità e spirito di abnegazione non si comprano; se ne fa semplicemente dono ai compagni. Un consiglio prima di iniziare o nell'intervallo, o magari un rimprovero con un'occhiata. Specie a quelli più giovani, come nel torneo 1981-82, allenatore Massimo Giacomini.
LEGGI ANCHE: Junior. L’allegria del Brasile
A fine carriera, rimasto tifoso granata con il Toro intimamente e profondamente dentro, con una discrezione tutta sua. Con un profondo ricordo a rievocare volentieri, in ogni occasione, il suo allenatore Gigi Radice. "Ragazzo" sagace, a livello professionale, Salvadori ha messo a frutto la sua intelligenza nei settori commerciali di aziende chimiche di respiro internazionale.
LEGGI ANCHE: Tre Uomini d’Oro, Tre Uomini Toro. Con dedica
"L'altro giorno si parlava con Salvadori di camper, del campeggio come di una filosofia diversa nel fare vacanza". Fine Anni Ottanta. Il responsabile tecnico dell'azienda presso cui stavamo effettuando dei test per omologare nuovi prodotti, aveva casualmente buttato lì quel nome, del responsabile commerciale di una ditta nostra concorrente. Mi resi conto, per come aveva enfatizzato e sottolineato il cognome, che si trattava proprio di uno dei "miei" campioni. Non ebbi modo di incontrarlo, non sarebbe stato eticamente corretto, però mi fece piacere quell'accenno al suo hobby e ad aspetti del quotidiano, senza riferimenti al suo recente passato agonistico.
LEGGI ANCHE: Edoardo Reja, una bella persona
Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA