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la leggenda e i campioni

Rolando Bianchi e la promessa mantenuta

Rolando Bianchi e la promessa mantenuta - immagine 1
Torna un nuovo appuntamento de “La Leggenda e i Campioni”, di Gianni Ponta
Gianni Ponta

"Starò qui per riportarvi in Serie A", disse un giorno. Poche storie. Un uomo di parola. D'altronde, "granata è una seconda pelle", e, anche se vieni dal Manchester City, una volta che ce l'hai addosso non se ne va più.

Parliamo di Rolando Bianchi, striker o target forward, secondo la terminologia cara agli inglesi, definizione che calza a pennello per il nostro ragazzone al centro dell'attacco, diciamocelo, in anni grami.

"The term target forward is often used interchangeably with that of a striker, but usually describes a particular type of striker, who is usually a tall and physically strong player, who is adept at heading the ball; their main role is to win high balls in the air, hold up the ball, and create chances for other members of the team, in addition to possibly scoring many goals themselves". Questo era il ruolo di Rolando Bianchi. Fisicamente importante, forte di testa, uomo-goal ma anche deputato a tener palla e far salire la squadra.

Forse l'immagine più bella che Rolando porta con sé e che noi tifosi ricordiamo con piacere, è quella corsa, domenica 30 settembre 2012, sul campo di Bergamo con le mani aperte ad indicare il numero 7, ovvero 70 goal con la maglia granata. Ha appena raggiunto Ezio Loik , al decimo posto nella classifica dei marcatori granata di tutti i tempi.

Il Torino sta vincendo in trasferta 1-5 sul campo dell'Atalanta. Dal 6 aprile 1975, compleanno di una bandiera granata, Angelo Cereser, non si verificava un successo così largo in trasferta. Allora, all'Olimpico di Roma sulla Lazio con lo scudetto sulle maglie.

Bianchi, Stevanovic, D'Ambrosio, Gazzi, Bianchi. Ed io, che vivevo all'estero, quella domenica guardavo incredulo lo schermo dove Televideo continuava a lampeggiare aggiornando il risultato. Era una giornata di sole e dalle finestre spalancate entravano il sole e la brezza del Lago di Ginevra, a rallegrare i nostri cuori granata e ad accompagnare la goleada del Torino.

Il cartellino di Rolando Romano Beniamino Bianchi viene acquistato dal Torino il 23 agosto 2008. La stagione appena conclusa lo ha visto con la maglia della Lazio; in effetti è di proprietà del Manchester City, dove ha deluso. Clamorosamente.

Ma il centravanti ha stoffa. Infatti, nella stagione 2006-2007, era stato protagonista di un'autentica impresa. Con la maglia amaranto della Reggina, sotto la guida del tecnico Walter Mazzarri, Bianchi aveva realizzato 18 goal in 37 partite, portando la squadra dello stretto alla salvezza nonostante gli 11 punti di penalizzazione inflitti a inizio stagione. Lui e Nicola Amoruso (35 goal in due) si erano affermati così la coppia più prolifica del campionato.

Meglio non rievocare il campionato del Torino 2008-2009 che si conclude con la retrocessione. Amoruso non pervenuto.

Ricordiamo solo alcuni fatti. Nella seconda parte della stagione, vista la pericolante posizione in classifica, Gianni De Biasi viene sostituito con Walter Novellino e il rendimento di Rolando Bianchi migliora: il 17 dicembre realizza a Firenze un goal di prepotenza, davvero da target forward, che vale la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Su quel campo il Torino non vinceva dal 31 ottobre 1976, rete di Graziani nel campionato dei 50 punti.

Alla penultima giornata di campionato, il 24 maggio, segna il gol del momentaneo pareggio 2-2 contro il Genoa con un pallonetto: la partita terminerà poi 3-2 in favore degli ospiti trascinati da Diego Milito, risultato che combinato con quelli delle rivali sancirà la retrocessione del Torino.

Una brutta pagina, finale con rissa, irrisi dai rossoblu, fine di un gemellaggio bellissimo che durava da tempo immemorabile.

Non passiamo in rassegna i due campionati a seguire, 2009-2010 e 2010-2011. A descrivere la nostra delusione valga un breve estratto dell'articolo della rubrica "Granata da Legare" di Massimo Gramellini.

Titolo: "Scempio Toro", 30/5/2011

"La Cairese resta a marcire in serie B e io non riesco più neanche a provare rabbia (...) Quando torna il Toro, fatemi un fischio".

Molto triste. Ma Rolando tiene duro e promette di esserci fino a restituirci la Serie A. Sembra poco, ma è stato tanto.

La stagione 2011-2012 è quella della promozione, è la stagione di Rolando che ci restituisce l'orgoglio di essere granata.

Il 20 maggio 2012, sotto una pioggia battente, Torino-Modena 2-0. Al termine di 41 partite siamo di nuovo in Serie A, "Alba Toro".

Fanno parte della squadra alcuni giocatori che ci daranno parecchie soddisfazioni, quali Darmian, Glik, Vives (con cui arriveremo a San Mamés, a vincere sul campo dell'Athletic Bilbao in Coppa UEFA), D'Ambrosio, Meggiorini, Stevanovic.

E specialisti della categoria come Iori, Parisi, De Feudis, Antenucci, Sgrigna. Ci sono voluti anche loro per imporsi in un campionato interminabile come quello di B.

Qualche flash di quella stagione.

27 agosto 2011 la prima giornata di campionato, in un triste spogliatoio-come ricordava Giampiero Ventura- ad Ascoli. Vittoria in trasferta 1-2; il capitano Rolando Bianchi a segno su rigore, l'unico!

30 settembre. Sampdoria-Torino 1-2.

Straripante incontenibile azione di Antenucci all'ala sinistra verso la Nord a Marassi; Antenucci porta letteralmente la palla al limite dell'area blucerchiata a Bianchi che segna il goal della vittoria al 31' st.p

9 ottobre. Verona-Torino 1-3. Formidabile torsione in area di Bianchi su cross dalla trequarti e palla in rete. È il 16'.

Ma quella è la data di una tragedia. Sulla via del ritorno, al casello di Santena, il pullman del Torino viene tamponato da un tir rubato: in mezzo viene schiacciata un'auto. Due giovani vite stroncate sul colpo. Un terzo ragazzo ferito grave.

15 ottobre. Torino-Juve Stabia 1-0.

Formidabile incornata in tuffo di Bianchi e palla che, carica d'effetto, s'infila a mezz'altezza alla sinistra del portiere Seculin, sotto la Maratona, in tripudio.

Granata a quota 26 punti: record assoluto in serie B dopo 10 giornate (8 vittorie e 2 pareggi), cinque vittorie esterne consecutive (saranno poi 6) unico precedente nel 1915.

10 dicembre. Torino-Pescara 4-2. Basha, Vives e due volte Sgrigna. Libidine Toro!

Alberto Manassero su TS: "Quasi perfetti. Con un arbitro in giornata per il Torino sarebbe finita tanti a pochi. Il capolavoro di Ventura e dei suoi ragazzi: la squadra che produce poco ha prodotto tanto e fatto produrre poco alla squadra che produce tanto. Come tagliare il tonno con un grissino".

Alcune pagelle della partita.

Pescara (4-3-3)

Verratti (dal 16' st) 5.5; Immobile 7; Insigne 5.5.

All. Zeman 5

Torino (4-2-4)

D'Ambrosio 7; Ogbonna 7; Parisi 7; Iori 7.5; Bianchi 6; Sgrigna 7; Vives 7.5.

All. Ventura 8

Arbitro Tommasi di Bassano del Grappa 4

E poi, quello stupendo pomeriggio a Bergamo, appena tornati in Serie A.

"Gran Torino" titolò Marco Ansaldo su La Stampa, il titolo del film di Clint Eastwood.

In veste di Capitano, ha letto i nomi degli Invincibili il 4 maggio: "Rappresentare il Toro quel giorno significa spiegare ai più giovani il senso di appartenenza a quei colori, che attraverso il Grande Torino vivono qualcosa di magico".

Bianchi ha poi affermato in merito alla grande partecipazione da tutto il mondo del calcio al ricordo del Grande Torino: "Il Toro è una squadra diversa dalle altre, ha una storia triste, romantica ma bellissima che dal genitore si tramanda ai figli, per spiegare cosa era stata quella grande squadra, perché se ne mantenga vivo il ricordo. E' qualcosa di magico, di unico, non è un caso che abbia visto sia giovani che anziani piangere a Superga di fronte alla lapide: Valentino Mazzola e il Grande Torino sono immortali. Lettura dei nomi degli Invincibili a Superga? Un grandissimo onore, ma anche una responsabilità. In avvicinamento a quella data cercavo sempre di capire cosa si aspettasse la gente granata, perché quel momento è molto atteso e sentito. Volevo trasmettere la mia emozione con un tono di voce di un certo tipo, per far capire la partecipazione e l'importanza del momento".

Il suo addio. 19 maggio 2013, Stadio Olimpico-Grande Torino, Torino-Catania. Dopo 173 partite e 77 goal. Capitano dal 2011 al 2013 e -allora- decimo cannoniere granata di tutti i tempi, Rolando Bianchi ha lasciato nei cuori granata un ricordo agrodolce: una guida a testa alta, un ragazzo che si batteva il petto con orgoglio ad ogni rete realizzata per il suo Torino, ma nel procelloso triste mare degli anni senza fine della Serie B, di cui era rimasto l'unico "reduce".

Un calciatore che ha capito, un uomo che ha conservato. Rolando Bianchi, uno di noi.

E anche se Ventura non lo schierò nell'ultima partita in maglia granata, è solo un dettaglio, non cambia nulla.

Tra il 2008 ed il 2013, 180 presenze e 77 reti tra campionato e coppe, conquistando la promozione in Serie A al termine della stagione 2011-2012.

Rolando Bianchi. Un uomo di parola.

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