LA LEGGENDA E I CAMPIONI

Tre Uomini d’Oro, Tre Uomini Toro. Con dedica

Gianni Ponta

Torna un nuovo appuntamento con "La Leggenda e i Campioni", la rubrica a cura di Gianni Ponta

Mes que un club. È lo slogan del Barcellona. Vale, a maggior ragione, per il nostro bello dannato danneggiato glorioso Torino.

Sergio Cozzolino. Antonio Pigino. Giancarlo Camolese.

Questo filo di seta invisibile che collega epoche, stili di gioco, successi, drammi sportivi e tragedie (purtroppo è il caso del Torino) non si è mai spezzato anzi è stato reso tenace dalla passione, dall'impegno quotidiano uniti alla competenza di uomini che hanno lavorato dietro le quinte, spesso o sempre lontani dalle luci della ribalta. Nel futbal, come si diceva una volta. Con uno stipendio normale, senza percepire gli ingaggi odierni in euro a sei-sette cifre. Semplicemente, con l'orgoglio di un lavoro ben fatto. Per la Tua Squadra, per cui hai tifato da sempre, che solo quando gioca è davvero domenica.

Avvocato Sergio Cozzolino. Lo raccontiamo ricopiando fedelmente parte della dedica di Massimo Gramellini. Non esistono parole più vere e più belle.

Me la ricordo nel suo ufficio al Fila, con le coppe vinte alle spalle e la porta spalancata

sul futuro.

A raccontarla oggi, la sua storia sembra impossibile. Dalla fine degli anni Cinquanta, un tifoso passionale e benestante che gira l'Italia a caccia di talenti, strappandoli a Juve, Milan e Inter a colpi di milioni che spesso era lei ad anticipare, sapendo che Pianelli avrebbe comunque avallato l'operazione. Così, anno dopo anno, costruiste il più bel vivaio del pianeta. Sa cosa mi ha detto il vecchio allenatore di una squadra di pulcini vicino a Milano? "Per un ragazzo che sognava di diventare un campione , finire al Torino era come vincere una borsa di studio alla Bocconi. Appena mi trovavo per le mani una promessa, veniva spontaneo telefonare all'avvocato Cozzolino".

Quando nel 1992 lei venne rimosso da Goveani , il Toro era ancora la Bocconi e la sua Primavera aveva appena vinto il secondo scudetto consecutivo con Rampanti in panchina.

Per vittorie, qualità e quantità di talenti sbocciati, accompagnati e lanciati nel calcio professionistico, un vivaio secondo nel mondo solo a quello dell'Ajax.

Antonio Pigino già a 12 anni tempesta il Torino di lettere e a 14, nel 1965, riesce ad entrare a farne parte nelle formazioni giovanili. È in effetti la sua squadra dei sogni.

Anni dopo, causa infortunio di Luciano Castellini, l'8 dicembre 1974 gli tocca all'esordio in Serie A il derby. Lui, tranquillo, se la cava, mantenendo la porta inviolata. Oggi si dice clean sheet. Vale riportare una osservazione -piena di affetto, dai, per una volta- dello juventino Carletto Parola: "Ho immaginato lo stato d'animo di quel portierino, tifoso del Torino, chiamato a difendere per la sua prima volta in Serie A la rete granata contro la Juventus. Bisogna aver giocato un derby ed essere stato tifoso per capire".

A seguire, scende in campo al Comunale vs Lazio (2-2), Varese (3-1) e Lanerossi Vicenza, sostituendo Castellini a gara in corso (2-1); in trasferta a Genova contro la Sampdoria (0-0) e a Napoli (sconfitta di misura 1-0).

Sui dieci anni successivi di carriera, saranno sei quelli con la maglia della Sambenedettese.

Il dopo-dietro le quinte. Responsabile del Settore Giovanile granata, dopo lo tsunami Calleri, sotto tre presidenze: Vidulich, Cimminelli e, in parte, Cairo. Dal 1997 al 2009.

"Vado orgoglioso delle due promozioni ottenute, la prima con Camolese, la seconda al fianco di Zaccarelli, resa vana dal fallimento. All'arrivo di Cairo non avevamo più alcun tesserato. Gigi Gabetto ed io abbiamo trascorso intere giornate al telefono per ricostruire, a partire dalla Primavera. Avevo chiesto a Don Aldo Rabino i palloni per poterci allenare".

Giancarlo Camolese. "Esonerato Simoni, Cimminelli ha preferito l'allenatore della Primavera ai tanti nomi importanti che circolavano", La Stampa.

"Tutti con l'elmetto dentro il carrarmato". Ereditata la guida della squadra il 30 ottobre 2000 in Serie B a 10 punti dal primo posto, Camolese debutta il giorno di Ognissanti perdendo 2-1 sul campo del Cittadella. Il Toro è quart'ultimo, in zona C1. I tifosi non sono soltanto tristi: siamo attanagliati dalla vergogna. Tocchiamo il fondo a Marassi con la sconfitta subita ad opera du Zena.

Ma il nostro giovane allenatore, che era stato buon centrocampista, purtroppo non sorretto da una taglia fisica importante per imporsi ai massimi livelli, è persona colta, preparata, coinvolgente, paziente.

Il 3 dicembre il sofferto 2-1 casalingo con il Ravenna, finendo in nove, segnerà l'inizio della rimonta granata. 1-0 a Cagliari gran partita, 1-0 in casa su Empoli e Pescara con la bava alla bocca, 2-0 a Cosenza e sulla Salernitana, 2-1 ad Ancona e, ottava vittoria consecutiva, 2-0 sulla Pistoiese. Forse i successi potevano essere più larghi a Cagliari e al Delle Alpi sui campani, ma la B è questa, di lotta e di governo, di misura soprattutto.

La vittoria sulla compagine toscana consente di agganciare al secondo posto il Piacenza, a 4 punti dal Chievo primo in classifica. È il 4 febbraio 2001, un capolavoro in tre mesi, con la collaborazione di un eccellente tecnico e altrettanto grande uomo di spogliatoio, silenzioso e capace, Antonio Pigino, appunto.

Promozione conquistata il 10 giugno 2001.

Con fior di giocatori per la serie cadetta quali Galante, Asta, De Ascentis, Maspero, Schwoch, Artistico. 73 punti, con ventidue successi, scrive Gian Paolo Ormezzano "il Torino ha conquistato tutto il conquistabile".

"19 560 chilometri, nessuna distanza ci potrà fermare" grida a Salerno uno striscione di tifosi del Toro alla fine di un anno di viaggi al seguito della nostra squadra.

14 ottobre 2001. Avrei voluto ascoltare Camolese nello spogliatoio all'intervallo di quel derby "meraviglioso". Juventus 3 Torino 0.

Cosa avrà mai detto...Robe del tipo io me ne vado, ma se voi la raddrizzate passate alla storia, oppure ma guardatevi...oppure li avrà fissati intensamente prima di dire cominciamo a giocare Noi, ricordatevi chi siamo Noi. Probabile. Fatto sta che alla fine fu 3-3.

L'abbraccio tra lui, Galante e Pigino con gli altri collaboratori a festeggiare, riassume in un fotogramma una delle imprese più belle del derby della Mole. Che ci lasciò increduli ed orgogliosi al contempo, in anni veramente grami.

Post scriptum: una dedica a Silvano Benedetti "il Biondo", ora ai saluti, dopo 22 anni dedicati a scovare campioncini, dare appoggio e sicurezza alle loro famiglie, accompagnarli all'età adulta.

"Quando salgo su questo campo, mi emoziono sempre. Pensate che nell'80, quarantatré anni fa, il primo allenamento l'ho fatto proprio qui, al Filadelfia.

Sono arrivato qui che non avevo ancora 14 anni. Il calcio e il Torino mi hanno regalato tanto. È un'attività che mi ha tolto anche tanto, perché quando si vive con passione il calcio non esiste pausa con la testa e momenti di relax. Ma è talmente gratificante fare questo mestiere che lo auguro a tutti. Lo sport deve essere la base dei bambini ma soprattutto alla base del genere umano. Lo sport ti aiuta a vivere meglio in un mondo che oggi, devo essere sincero, barcolla un pochettino".

"Il Biondo", durante la chiacchierata con Stefano Venneri, fa anche il punto sul momento della Scuola calcio e del Settore giovanile: "Vi posso assicurare che abbiamo più di 700-800 ragazzi, dai camp al Settore giovanile, alla Scuola Calcio e ai Piccoli Amici. Far funzionare tutto non è facile. Chiedo scusa se qualche difetto lo abbiamo, cercheremo sempre di migliorare. La società sta migliorando sempre di più e sono sicuro che il Settore giovanile tornerà ai fasti di un tempo".

FVCG

Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.