Per una squadra che si approccia al raggiungimento di un nuovo obiettivo, la caratteristica fondamentale che non deve mai mancare è l’umiltà. Grazie ad essa è più facile ottenere i propri scopi e, in caso di insuccesso, si accumulerebbe comunque esperienza nell’atteggiamento mentale per un nuovo tentativo nella stagione successiva. Invece la squadra granata non ha nell’umiltà proprio il fattore distintivo. Troppe volte è accaduto che il Toro si sia fatto rimontare. Inoltre i pareggi sono giunti contro squadre ampiamente alla portata. Esaminando le partite terminate in parità oltre all’unico 0-0 in casa del Milan, solo in tre occasioni il Toro ha riacciuffato la gara, come a Bologna, a Crotone e in casa con il Chievo, ma in tutte queste situazioni i pareggi sono stati comunque risultati deludenti. Invece tra le mura amiche contro la Sampdoria, contro il Verona e contro l’Atalanta ed in trasferta a Milano con l’Inter e a Ferrara in casa della Spal i granata sono stati raggiunti anche in maniera piuttosto clamorosa. L’unico risultato accettabile è stato il pareggio di San Siro contro i nerazzurri che comunque sono tecnicamente una formazione più forte. Detto ciò al Toro manca l’attitudine a portare a casa i risultati. Certo il VAR ci ha penalizzati a Bologna, in casa contro il Verona e a Ferrara dove a mio modo di vedere è stato troppo poco sottolineato quanto il rigore accordato da Valeri alla formazione di mister Semplici sia stato totalmente inventato. Tuttavia queste non possono essere scusanti, perché se il Toro è realmente una squadra più forte – ed io ritengo che lo sia – sul 2 a 0 la squadra aveva il dovere di portare a casa il risultato nonostante tutto.
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La presunzione del Toro può costare cara
Nel post gara Mihajlovic ha detto una cosa che condivido e cioè che sono tutti colpevoli di questo pareggio. E’ però evidente che le responsabilità devono essere estese a tutti i giocatori, allo stesso allenatore, allo staff tecnico e alla dirigenza. Una squadra che ottiene questi risultati, viene mandata in campo da qualcuno ed è stata assemblata da qualcun’altro, quindi è giusto che tutti si prendano le loro responsabilità. Auspichiamo dunque che la società prenda provvedimenti in vista del mercato di gennaio. Se da un lato gli auguri di Natale del presidente Cairo possono anche far piacere, le sue parole purtroppo stridono con quello che la società ha fatto in sede di costruzione estiva della squadra e temo che strideranno anche con il prossimo mercato di riparazione. Perché se davvero si vuole fare il massimo per dare le soddisfazioni che i tifosi meritano, ci sarebbe da rivoluzionare la squadra, prendendo quelle pedine che in fase di mercato estivo si è voluto evitare di prendere. Sì perché per una squadra che lotta dichiaratamente per un posto in Europa, quei pareggi in tutto il girone di andata sarebbero state partite vinte senza nemmeno sforzarsi tanto. Invece sembra che il Toro non sia capace di reggere i ritorni della avversarie e la pareggite è servita.
Inoltre il fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva si sta trasformando in una vera e propria palla al piede. Purtroppo l’apporto di Niang a Ferrara è stato ancora una volta inutile e credo che ormai le sue chance il giocatore le abbia avute. Ma franco-senegalese a parte, il problema è che contro la Spal tutto il Toro è stato presuntuoso. Abbiamo smesso di giocare a metà primo tempo. Se pareggi contro Crotone, Verona, Spal, Chievo e ci metto pure l'Atalanta, il più delle volte passando in vantaggio o addirittura doppio vantaggio, se rischi di pareggiare contro il Benevento, vuol dire che non si mette in campo la stessa grinta che ti permette ad esempio di vincere a Roma 2 volte. Se però, come qualcuno sostiene, le vittorie di Roma sono frutto di circostanze come l’episodio dell’espulsione di Immobile e il mancato rigore ai biancocelesti con la Lazio o la Roma che in Coppa Italia ha schierato le riserve, allora vuol dire che il Toro domenica a Ferrara oltre a mostrarsi presuntuoso è stato anche piuttosto ingenuo perché se sono state vittorie dovute non soltanto al merito dei granata, vuol dire che ogni domenica il Toro ha il dovere di dare il 100% fino al 95’. Se la squadra di Mihajlovic avesse messo in campo la stessa voglia della Spal, il risultato sarebbe stato a favore dei granata.
Domenica arriva il Genoa di Ballardini che ha un Pepito Rossi in più e che ha ottenuto 11 punti nelle ultime sei gare. Ciò significa che la partita dovrà essere affrontato con tutt’altro atteggiamento da parte dell’undici granata, una prestazione come quella di Ferrara potrebbe avere conseguenze ben peggiori. Solo la ritrovata umiltà di Belotti e compagni potrebbe portare i tre punti per dare ossigeno alla classifica granata.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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