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Come interpretare la non-prestazione del Torino contro il Napoli? C’è modo e modo di perdere, ha detto bene Belotti. L’onestà del Gallo nel metterci la faccia è l’immagine da cui ripartire. Cancellando ciò che si è visto in campo, perché quello visto domenica non può essere il vero Torino di Mazzarri. L’atteggiamento remissivo e deconcentrato di molti giocatori dovrà essere analizzato sino in fondo. Perdere contro il Napoli per il Torino è nell’ordine delle cose; a questa squadra non si chiedeva una vittoria a tutti i costi. Si chiedeva invece una prestazione da squadra, con tono agonistico, intensità e zero regali. Il Napoli di Ancelotti è molto forte, forse più di quello di Sarri, ma il Toro - concedendo due gol banali - si è battuto da solo e sarà meglio per tutti che ciò non si ripeta.
Non vogliamo pensare che la non-partita offerta dal Toro sia un sintomo di poca motivazione dei giocatori o di uno scollamento tra squadra e allenatore. Anzi, rinnoviamo ancora una volta la fiducia in questo Torino. Fiducia che si basa di quanto visto sino alla partita di ieri: una squadra equilibrata, dotata di carattere e con l’ambizione di prendere in mano il pallino del gioco. Per il momento, diamo credito a capitan Belotti quando dice che nel calcio le giornate storte esistono e possono capitare a tutti. Lo stesso Napoli aveva perso male a Genova contro la Samp. E allora non basta, non può bastare una sola partita a spostare un giudizio o a bocciare un percorso iniziato a luglio. Allo stesso tempo, Mazzarri capisca in fretta dove intervenire: la difesa può aver vissuto una giornata-no, ma non da ieri il Toro manca di spunti decisivi negli ultimi venti metri. I giocatori, invece, già da Bergamo dimostrino che Torino-Napoli non è stata una prima crepa nel muro del Toro, ma solo un episodio.
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