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Dai Toro, solo per la maglia
I due schiaffi non siamo riusciti a darli, d’altronde sapevamo benissimo che la Lazio è una squadra forte. La sintesi dello 0-0 di sabato al Grande Torino può stare in un tweet “Buon Toro fino al 60', poi 15' di Lazio. Tecnicamente inferiori ma pareggio giusto”.
Nella prima ora di gioco si è visto una chiara supremazia territoriale del Toro, spinto da una Curva Maratona meravigliosa (con mega striscione “Solo per la Maglia”) e dai (soli) 5.229 abbonati, ma sterile di occasioni da gol. Si è trattato di un buon punto, anche se in molti, alla fine abbiamo sognato di vincere nel recupero per rifarci delle beffe subite lo scorso anno e quello precedente. La scena clou è stata al 92’ con la rimessa laterale di Aina all’altezza dell’area laziale: il mister Juric, tarantolato, si è letteralmente lanciato verso di lui, sembrava dovesse entrare in campo a dare manforte agli 11 granata per l’ultimo assalto. Ma la vittoria sarebbe stata eccessiva perché sono mancate chiare occasioni da gol. Anche se l’impressione dei più è stata che la squadra con ambizioni fosse il Toro, con la Lazio che si difendeva e si affidava solo ai lanci lunghi per Immobile.
Proprio da questo gioco dei bianco celesti, dopo il 60’ sono arrivate alcune occasioni che hanno messo in difficoltà Buongiorno e compagni, fino ad allora perfetti: Rodriguez, di nuovo capitano, impeccabile, tranne due calci d’angolo battuti male; Djidji sicuro e mai in affanno, e Buongiorno straordinario su Immobile, almeno per la prima ora abbondante. Al Toro è mancata, come ha detto Juric a fine gara, la capacità di “essere più incisivi davanti”, ma si è vista ancora una squadra matura e solida. Quello che serve ora è “lavorare sulla condizione fisica” e “un’alternativa sulla trequarti. Lì si vincono le partite”, sempre usando le parole del mister croato.
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Il Toro, con l’ultimo arrivo di Schuurs, forte e giovane difensore centrale, ha ora un organico competitivo, in grado di mettere in campo un gioco ormai imparato a memoria dagli elementi confermati e nel quale i nuovi arrivi si devono immedesimare. Ma servirebbe la ciliegina sulla torta, quella in grado di cambiare l’inerzia della partita. Uno alla Praet, per intenderci. Non è un mistero che Juric voglia un altro trequartista, con chiara preferenza per il belga del Leicester, che in tre partite di Premier League ha finora giocato solo 27’. Di sicuro vuole anche un centrocampista fisico, e magari un difensore in più. Nel reparto di mediana è confermato Linetty: il polacco è stato di nuovo titolare e autore di una buona gara, completando il 100% dei passaggi (un solo errore, palla persa a centrocampo che ha innescato un pericoloso contropiede). Ancora una bella partita di Samuele Ricci e discreto lo spezzone finale del rientrante Lukic, accolto da qualche fischio, a sottolineare che i tifosi granata pretendono il rispetto per la maglia e per la fascia da Capitano. La mediana, con l’addio a Segre che vola a Palermo (in bocca al lupo a questo ragazzo, cuore Toro), sembrerebbe completa con Ilkhan. Ma un centrocampista forte fisicamente, alla Pobega per capirci, aiuterebbe non poco. E in queste ore si torna a parlare di un possibile ritorno dell’azzurrino, che non sta trovando spazio nei piani di Pioli al Milan. Per quanto riguarda la difesa, si parla di Andrea Cistana, classe ’97 di 187 cm, centrale del Brescia che piace anche a Sampdoria, Verona e Fiorentina. Le rondinelle chiedono però 8 milioni di euro, ma in cambio il Toro potrebbe proporre un paio di giovani.
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Nel valutare la compagine granata, bisogna poi considerare che questo Toro è forse uno dei più giovani visti negli ultimi 20 anni: un 2004 (Ilkhan), tre 2001 (Ricci, Seck e Pellegri), cinque 2000 (Zima, Singo, Adopo, Gemello e Bayeye), due ’99 (Shuurs e Buongiorno), due ’97 (Vlasic e Vanja), cinque ‘96 (Sanabria, Aina, Lukic, Radonjic e Lazaro), tre ’95 (Vojvoda, Linetty e Miranchuk). I più “anziani” sono Rodriguez e Djidji, entrambi ‘92. Over 30 solamente Berisha, ‘89. Juric parla spesso della possibilità di migliorare i calciatori con il lavoro. E ha già dimostrato di saperlo fare ottimamente, al Verona e anche lo scorso anno a Torino. Sicuramente con questo Toro ha materiale ottimo per poterlo fare. Quindi ora facciamolo, solo per la maglia.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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