Quando avevamo pensato che la terza vittoria consecutiva fosse alla nostra portata, eravamo non solo seri, ma anche convinti. Questa convinzione ha retto fino all'83' della partita di Parma, quando lo sciagurato passaggio di Coco 'no look' all'indietro ha causato il calcio d'angolo dal quale è arrivato, puntualissimo, il pareggio dei padroni di casa. Poi ci ha assalito la paura di perderla, cosa che, in altri tempi, nemmeno troppo remoti, sarebbe successo. Il Toro, lo sappiamo, è questo. Con le sue bellezze e le sue follie. Risoluto e a tratti spumeggiante nel primo tempo con in campo la qualità (tantissima) dei nuovi arrivi di gennaio Elmas e Casadei (guarda un po'). Un po' prudente e con i limiti dei cambi nel secondo tempo, ma con la capacità di tornare in vantaggio grazie ad un bel guizzo del trio Vlasic/Maripan/Adams. Poi resta l'amarezza e la rabbia per non aver vinto e per non aver fatto tripletta.


La scossa granata
Di padre in figlio. Con il nostro amato Toro
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Ma, nonostante il dispiacere e l'analisi che facciamo tra poco, va detto con chiarezza che non riteniamo giusto buttare la croce sui ragazzi di Vanoli, magari per lucrare qualche visualizzazione in più. La rosa del Toro è nettamente migliorata con il calciomercato di gennaio: sì, continuiamo a rivendicarlo come fatto dalla prima ora, quasi in solitaria. Ora lo riconoscono praticamente tutti, ma non fa niente. La rosa iniziale, lo abbiamo sempre scritto, non era all'altezza di regalarci un sogno, nonostante il primo posto a 11 punti dopo 5 partite. Con Schuurs dall'inizio e con Zapata integro, probabilmente sarebbe andata diversamente. Ma poi, con l'infortunio di Duvan, il mondo ci è crollato addosso e il Toro ha dovuto battersi per la salvezza. Lo abbiamo sempre saputo che i nostri sogni non potevano andare oltre questo. Una salvezza tranquilla non ci può accontentare, ovviamente, ma almeno da febbraio abbiamo ricominciato a vedere un Toro diverso. Poi capita che inesperienza ed errori ci facciano sfuggire la vittoria, come a Parma. Ma se si toglie dal campo la qualità di Casadei e Elmas che avevano fatto sfracelli nel 1° tempo (toh, due nuovi arrivati) per Karamoh, oppure se Coco fa un retropassaggio assurdo in calcio angolo (quasi in rete direttamente), o, ancora, se togli Lazaro e metti Pedersen, ecco che indebolisci le speranze granata di vincerla. Non a caso, Vanoli in conferenza post match ha detto: "La rabbia per il 2-2 è per il retropassaggio che regala l'angolo. Stavamo vincendo, mi fa diventare matto, è un segnale di poca lucidità che non voglio vedere. Per vincerla bisognava gestire meglio i momenti, spezzando un po' la gara". E, ancora sul gol da Pellegrino quasi esordiente in A: "Bisogna capire come marcare l'avversario, su questo bisogna migliorare. Mi sono arrabbiato con Coco perché l'ha fatto girare 3 volte. Sappiamo di dover migliorare e ci lavoreremo".
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Ora abbiamo di fronte a noi 10 partite da qui alla fine del campionato: 6 in casa e 4 fuori. Quello che vorremmo sempre vedere, tutti noi tifosi, è un Toro non a due facce come a Parma, ma con la mentalità vincente, determinata e concentrata che avevamo apprezzato nelle due partite precedenti. Perché, come recita la bellissima campagna della società lanciata proprio oggi, la nostra è "Una passione, sopra ogni cosa". Ho iniziato questa rubrica con il pezzo https://www.toronews.net/columnist/la-scossa-granata/di-padre-in-figlio-lepilogo-con-torino-roma/, quindi potete immaginare quanto possa apprezzare la campagna e la nuova t-shirt "Di Padre in Figlio", fatta per celebrare la passione che ci lega, di generazione in generazione, al nostro amato Toro. Ecco, onoriamo questa passione e questa tradizione. Facciamolo con i nostri figli e con il nostro Toro.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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