la scossa granata

Fatto risorgere (pure) il Milan. Ora basta regali

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Torna un nuovo appuntamento con la rubrica “La scossa granata”, a cura di Michelangelo Suigo

Michelangelo Suigo

Chi poteva far risorgere il Milan se non il Toro? Un bel 1° tempo, con due occasioni clamorose di Sanabria, a zero. Ma un 2° tempo opaco, puniti da un gol decisamente evitabile (Theo crossa letteralmente da solo e Djdji non salta su Giroud, che con un bel colpo di testa infila l'incolpevole Vanja). Eccola qui la partita di San Siro. Vero, a centrocampo hanno giocato titolari Adopo e Gineitis. Vero, l'arbitraggio (Ayroldi) è stato a dir poco vergognoso. Vero, senza gli infortunati (sfiga ne abbiamo?) Ricci, Lazaro, Pellegri e Zima (cui vanno aggiunti, pur se convocati, Aina e Ilic, non al meglio) la panchina, già corta, era totalmente decimata. Ma questa sconfitta di misura, contro un Milan non irresistibile, lascia davvero molti rimpianti. La squadra granata è un'eterna incompiuta. Ti dà sempre la sensazione di poter sfondare ma poi si blocca. Arriva bene a 20 metri dalla porta e poi non segna. I motivi li abbiamo già analizzati più volte, purtroppo, e l'agognato mercato di gennaio non ci ha regalato sorprese positive che potessero colmare le lacune ma, anzi, con la cessione di Lukic, il bicchiere è mezzo vuoto. Ora, dopo la sconfitta contro il Milan, il Toro ha a disposizione una mini sosta per recuperare energie, idee e, speriamo, almeno il neo dottore Alessandro Buongiorno (auguri e complimenti!), uscito al 58' del secondo tempo di Milano per un forte trauma contusivo ad un gluteo. Lunedì sera, al Grande Torino, arriverà la cenerentola Cremonese, ultima in classifica e senza successi in questo campionato. Questa volta non si può fallire di nuovo l'ennesima prova di maturità. Da registrare che Juric, post Milan Torino, è tornato sul calciomercato: “Abbiamo fatto bene, ma per vincere queste partite serve qualità che non abbiamo messo. Perdere Lukic e Ricci senza Ilic non è semplice. Gara abbastanza dominata, certe cose fatte bene, ma sbagliate diverse occasioni” e ancora “Nella costruzione della rosa non devi dare via i buoni giocatori per prenderne altri, così non alzi il livello. Purtroppo non riesci a vincere queste gare come fanno altre squadre più forti. La mia sensazione è che lavoriamo e giochiamo bene. Ma vorrei di più. Perdendo i giocatori non riesco a farlo, è molto semplice. Dentro di me c’è la consapevolezza che queste gare non riusciamo a vincerle. Sono soddisfatto di tante cose, ma manca qualcosa per queste gare. Punte, quinti, centrocampisti: serve di più”. Più chiaro di così.

E veniamo al peggiore dei problemi: il gol. Il Toro ha il 14° attacco del campionato (a pari merito con il Lecce), con soli 22 gol segnati. Dietro di noi solo le ultime quattro (Cremonese, Sampdoria, Verona e Spezia) e l'Empoli. I tiri verso la porta sono 266 (13° posto), quelli nello specchio 87 (13°). Gli expected goals prodotti (cioè la probabilità di un tiro di diventare un gol), secondo Soccerment sono 26.39 (13° posto). La goal conversion (ovvero la percentuale di tiri che si trasformano in gol) è dell’8,27% (14° posto). Le occasioni fallite sono ben 27 (sesto peggior dato del campionato). Ciliegina sulla torta: Il Toro in questo campionato non ha segnato più di due gol in una singola partita. Vogliamo iniziare a invertire il trend? Dai Toro! SFT

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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