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Credits Foto: Nderim Kaceli
Vittoria buttata a San Siro contro un Milan molto più forte del Toro. Ad essere onesti, credo che nessun granata sano di mente avrebbe scommesso un euro sul risultato di vantaggio per 2-0 all'89' nel tempio del calcio. Invece fino a quel momento i ragazzi di Vanoli avevano mostrato un calcio a tratti spumeggiante, meritando largamente la vittoria. Ma poi i cambi hanno pesato come un macigno. Il Milan ha sfoderato le sue stelle dalla panchina e il Toro è andato in confusione, potendo contare solamente su Karamoh, Tameze, Sazonov e Dembelè. Difesa rivoluzionata, errori del georgiano e di Masina, rossoneri in gol due volte, prima fortunati con lo 'juventino' Morata all'89' e poi con Okafor al 95'. Fuori per infortunio Schuurs, Gineitis, Vlašić, Savva e Pellegri, out anche Bayeye e Ilkhan, il Toro si è presentato al cospetto del diavolo senza paura, dopo un avvio prudente. Per i granata è stata una clamorosa occasione persa, ma la prestazione resta ottima. Il finale, ma anche altri frangenti della partita, suggeriscono tuttavia una riflessione, che abbiamo già fatto in questi ultimi due mesi: il primo nostro problema è la difesa. Non è più quella dello scorso anno, si è indebolita moltissimo e mancano ancora due centrali.
Per fortuna in altri reparti si sono viste molte più le cose positive di quelle negative. Per lunghi tratti abbiamo visto giocare a calcio, e abbiamo visto tante cose del Toro che vorremmo tutti. Poi, purtroppo, si è rivisto anche qualche fantasma del passato, che ha pesato tremendamente. Tipo l'errore di Karamoh: due contro uno in contropiede fa un passaggio scellerato e butta letteralmente via il possibile 3-0. Oppure l'ingresso in campo di Sazonov, disorientato e preoccupato: tiene prima in gioco Morata, senza contrastarlo, sul rimpallo dell'1-2 e poi al 95', insieme al colpevole Masina, lascia solo Okafor che insacca indisturbato nel cuore dell'area. Chissà, forse se Vanoli avesse inserito il giovane Dellavalle a sinistra e non avesse cambiato l'assetto dei tre centrali, magari l'avremmo vinta. Resta il fatto che per 89 minuti abbiamo fatto balbettare il Milan, ma poi abbiamo sciupato tutto, a causa sicuramente della rosa ancora incompleta. 2-2 il risultato finale, maturato con l'autogol di Thiaw, la rete di Zapata (prestazione sontuosa la sua) e i gol rossoneri dei neo entrati Morata e Okafor. Si è visto anche il Bellanova migliore, che affonda quando e come vuole nella burrosa fascia avversaria e provoca il vantaggio granata al 30'. Scambio Sanabria-Zapata (bello il velo del paraguaiano), cambio fascia per la testa di Bellanova, palo, poi né Tomori e né Thiaw riescono a evitare che la palla entri in rete.
Nemmeno la goal-line funziona in maniera limpida e Maresca non assegna la rete, ma il VAR copre le mancanze e il gol, anzi l'autogol, dello 0-1 è salvo. Passano pochi minuti e al 37' Lazaro calcia benissimo un angolo (finalmente!), incornata superba di Zapata e grande risposta di Maignan che salva i rossoneri. Subito dopo Leao vola verso la porta di Milinkovic-Savic ma il portiere serbo è bravissimo ad opporsi nell'uno contro uno. La risposta arriva subito, con Bellanova per il velo di Zapata, Ilic tira di destro ma Maignan vola a deviare in angolo. Fonseca ne cambia tre insieme, Morata cerca al 20' un rigore che Maresca (ancora lui) assegna al Milan ma il VAR, giustamente, gli nega: palla piena di Coco. Al 22' Lazaro, da sinistra, pennella per la testa di Zapata, che mette dentro il 2-0. Azione da cineteca, aperta magistralmente dal neo entrato Adams e finalizzata dal duo Ilic/Lazaro, tra i migliori in campo. San Siro ammutolisce. Pulisic ha una chance al 27', ma spara alto. Poi il Toro sembra governare la situazione finché Reijnders tira, Morata ci mette il piede e dimezza fortunosamente le distanze. Finale arrembante con i rossoneri all'assalto: Okafor trova la deviazione vincente al volo che vale il 2-2 conclusivo. Eppure questo Toro sembra improvvisamente rinato sotto la guida di Vanoli. A Milano è stato ordinato, propositivo e capace di chiamare più volte in causa Maignan, andando vicino anche allo 0-3.
"Quando vieni a Milano, fai una prestazione del genere e non vinci, un po' di delusione c'è. Ci siamo trovati di fronte una grandissima squadra nei cambi, i nostri cambi, invece, sono stati obbligati. Ai miei ragazzi, alla vigilia, ho chiesto coraggio e personalità. Finché abbiamo mantenuto alcune situazioni abbiamo proposto calcio. I ragazzi nelle difficoltà si rifugiano in ciò che avevano fatto in tre anni e questo è un buon tassello per il futuro". Così Paolo Vanoli, al suo esordio in Serie A, a fine match. Intanto, sul fronte calciomercato è arrivato l'esterno sinistro che aspettavamo da tre anni. È il 26enne croato Borna Sosa, 187 cm, prelevato dall'Ajax. L'esterno arriva in prestito con diritto di riscatto a 8 milioni ed un ingaggio importante, di 2,5 milioni. Chiusa la girandola dei portieri con l'arrivo del terzo, Antonio Donnarumma. Contratto fino al 2026 per lui. Balla ancora troppo, come detto, la difesa, con molti nomi in lista ma ancora nessuna trattativa in chiusura. Sul taccuino Andreou, Becao, Van Den Bosch, Hranac, Orozco, Idzes, Mepham, Hummels e Hajdari. Ma molti hanno un ingaggio proibitivo per le casse granata. Vedremo, ma il tempo ormai è scaduto e domenica c'è l'Atalanta che ne ha rifilati 4 al Lecce. In uscita, Demba Seck è andato al Catanzaro in prestito con diritto di riscatto. Ma, prima, ha rinnovato con il Toro fino al 2026. Non se ne sentiva proprio il bisogno. Mentre scriviamo, però, arriva il fulmine che speravamo di aver scansato per questa stagione. L'Atalanta avrebbe chiuso per prelevare Raoul Bellanova per 20 milioni più bonus. Al suo posto i granata avrebbero individuato come sostituto Marcus Pedersen, esterno destro classe 2000 del Feyenoord, l'anno scorso al Sassuolo retrocesso in serie B, per 1 milione più 3,5 di riscatto. Se confermato, è davvero troppo per il popolo granata, un segnale terribile dopo la cessione di Buongiorno. Il segno inequivocabile dello smantellamento. Bocche cucite in casa dirigenza Toro e noi stentiamo ancora a crederci, ma ormai sembra fatta. Una follia vendere il secondo gioiello a 10 giorni dalla fine del mercato, tra l'altro a molto meno di quanto si sarebbe potuto monetizzare tra un anno, e per di più sostituirlo con uno scarto che nemmeno nella retrocessa Sassuolo ha giocato con continuità. Una seconda mazzata inconcepibile, che sciupa quanto di bello abbiamo visto a San Siro. Il Toro va rinforzato, non indebolito! Eravamo pronti a lanciare un appello al Presidente Cairo, ma così siamo delusi, amareggiati e totalmente disamorati.
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Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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