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TURIN, ITALY - FEBRUARY 04: Torino FC head coach Ivan Juric salutes Karol Linetty at the end of the Serie A TIM match between Torino FC and US Salernitana at Stadio Olimpico di Torino on February 4, 2024 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Si sveglia tardi il Toro, solo un punto con l'ultima in classifica, per di più reduce da quattro sconfitte consecutive. Che la Salernitana mettesse il pullman davanti alla propria porta, cercando di spezzare la partita con continui falli (almeno tre non sanzionati con il giallo) era scontato, ma non può essere un alibi alla poca lucidità e velocità di gioco del Toro. Contro i campani si è visto un Toro sempre sotto ritmo, che soffre tremendamente le squadre che si chiudono a riccio e non riesce a trovare il guizzo per bucare le difese avversarie. Situazione complicata da altri due infortuni che hanno decimato la difesa granata: problema al bicipite femorale della coscia destra per Rodriguez e fastidio al polpaccio per Tameze. Mister Juric è stato costretto a far entrare i neo arrivati Masina (buona prova la sua) e Lovato. Ma, in verità, il tecnico ha la responsabilità di alcune scelte che ci sono sembrate discutibili.
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Non si è compreso perché abbia fatto entrare solo all'80' Ilic, autore del primo cross decente al 92', giocatore con tiro da fuori e da calcio d'angolo - tutte situazioni che sono mancate e fondamentali quando vuoi provare a sbloccare una partita così chiusa. Oppure non è sembrata opportuna la posizione troppo spesso defilata di Zapata a sinistra, che ci sta in alcuni casi, ma non sempre. O, ancora, l'ennesima conferma di Tameze braccetto destro, nonostante Djidji fosse tornato a disposizione. E, infine, Vojvoda dimenticato in panchina nonostante Lazaro sia stato autore di un match non esaltante. La squadra di Juric conferma i propri pregi, con un'altra sfida chiusa senza subire reti: ma l'11° clean sheet dei granata su 22 partite è proprio amarissimo.Spiccano, infatti, anche gli enormi difetti, con i gol fatti che sono appena 20 in 22 giornate, con ben dieci partite senza reti. La corsa all'Europa si complica, sciupando un'occasione unica per restare nel gruppo di squadre di vertice. Il Toro comincia in attacco, ma i tentativi di Bellanova e Lazaro nei primi dieci minuti di gara vengono respinti dalla difesa campana. Il forcing granata, però, dura poco, perché la Salernitana riesce a chiudere tutti gli spazi e non rischia praticamente nulla. Sazonov ha qualche problema nel contenere Tchaouna e viene anche ammonito, nel finale Rodriguez alza bandiera bianca per il problema muscolare e Juric fa esordire in granata Masina. Il primo tempo si chiude con il Toro che prova solo sei volte la conclusione, senza mai centrare la porta.
Anche ad inizio ripresa i padroni di casa non riescono a creare occasioni e dopo un'ora di gioco Inzaghi fa le prime mosse togliendo Boateng e Tchaouna per Pellegrini e Dia. Juric cerca soluzioni per aumentare la pericolosità, il croato sostituisce Tameze e Vlasic e inserisce Djidji e Pellegri, giocandosi così tre prime punte tutte insieme. Il primo tiro nello specchio della porta arriva però al 67', con Ochoa che respinge il bel tentativo da fuori di Linetty, e sarà anche l'unico tiro tra i pali in tutta la sfida. Passano pochi minuti e Ricci di testa sfiora la base del palo. Poi i granata ci provano ancora con un inserimento del polacco durante i (soli) cinque minuti di recupero, ma la difesa campana chiude ancora in corner. E, da una situazione d'angolo, su cross di Ilic, Pellegri stacca di testa ma la palla esce di poco. Attualmente il Torino si trova 10° in classifica con 32 punti (frutto di 8 vittorie, 8 pareggi e 6 sconfitte), ha segnato 20 gol e ne ha subiti 19; in casa ha fatto 20 punti (5 vittorie, 5 pareggi e 1 sconfitta).
Per Juric si tratta di un passo falso davanti a quasi 25 mila spettatori, sui quali il mister si è soffermato a fine partita: "Per due anni e mezzo, togliendo un mese di cui mi assumo le colpe, avete sempre visto un Toro top e vorrei che si apprezzasse. C'è una parte di pubblico che non ha lo spirito Toro. A Spalato i tifosi pretendono ma sono presenti, qua no. Ci sono situazioni che trasmettono una sensazione non bella. La nostra idea era vincere e agganciare la Fiorentina, ma non ci siamo riusciti". Ovviamente si riferiva ad altre partite, come ha precisato in una conferenza straordinaria convocata nel pomeriggio di lunedì: "Le mie idee espresse ieri erano propositive e non c'era la volontà di creare scontento e delusione. Avevo raccolto le parole di Peyote, tifoso del Toro, che si era espresso in quel modo. Il discorso era: siamo vicini a un obiettivo importante, dobbiamo essere tutti uniti al 100% e dobbiamo cercare di ottenere qualcosa che secondo me sarebbe fantastico".
Sia come sia, sono tre anni che non si vede proprio sempre un calcio champagne, e il mister non è ancora stato in grado di trovare una soluzione per scardinare le difese di squadre chiuse come la Salernitana, il Cagliari, il Verona, solo per citarne alcune. Sinceramente il pubblico granata è senz'altro esigente, e spesso manifesta lo spirito da "mai cuntent" che è decisamente molto fastidioso. Ma viene da chiedersi se Juric non sia consapevole della sua sostanziale impossibilità di cambiare le cose: se arrivano i risultati, i tifosi vanno allo stadio più volentieri e supportano la squadra. Ma se questi mancano, accade il contrario. Le sue frasi, però, devono far riflettere. Lui, e tutti noi, vorremmo un Toro da Europa. Perché ha tirato fuori questi argomenti dopo uno scialbo pareggio contro l'ultima in classifica? In conferenza stampa, appunto, gli è stato chiesto del rinnovo del suo contratto: "Sinceramente vi dico: se non vado in Europa cosa rimango a fare? Sarebbe facile fare un altro contratto di tre anni, poi magari essere esonerato dopo un mese, stare a casa e prendere i soldi comunque. Io invece punto alla grandezza del Toro, non voglio vivacchiare. Ecco, forse questa uscita ha segnato il destino del nostro amato Toro anche per questa stagione.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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