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La scossa granata

La partita della vita

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Torna "La Scossa Granata", la rubrica di Michelangelo Suigo, con un nuovo appuntamento
Michelangelo Suigo Columnist 

Ad ascoltare Juric doveva essere "La partita della vita". "Una finale". Ma è del tutto evidente che a Bergamo si è visto un Toro sconcertante affondare sotto i colpi dell'Atalanta. Un solo tiro in porta, in un'esplosione dei consueti problemi e di una quantità impressionante di errori. Finiamo il campionato al 9° posto, 53 punti come il Napoli. Ora dobbiamo sperare nella vittoria della Conference League da parte dei nostri gemellati Viola domani sera, per rosicchiare un posticino aggiuntivo in Europa. Comunque vada a finire domani, il Toro ha finito la stagione con una prestazione veramente inguardabile. Certo, l'Atalanta è superiore a noi, ma la cosa che ci ha depresso è che non abbiamo nemmeno provato a lottare. Il ciclo di tre anni di Juric in granata si chiude con una figuraccia del Toro. Detto ciò, credo sia pacifico che in Europa ci vorremmo tutti andare, anche se potrebbe trattarsi di una delle qualificazioni europee più immeritate della nostra storia. Quindi si tifa Fiorentina, senza se e senza ma. E poi si volta pagina, con un allenatore nuovo e, si spera, con una squadra che ci faccia soffrire meno. Vorremmo, tanto per cominciare, non rivedere più scelte assurde come insistere a far giocare Tameze in difesa. Dopo i disastri fatti in tutto il campionato non lo schiereresti nemmeno all'oratorio. Ma Juric si, imperterrito. Però è colpa dei tifosi che lo criticano e dell'amore che manca.

Dopo la vittoria di Dublino in Europa League i nerazzurri vincono con lo stesso punteggio rimediato all'andata dal Torino. Niente sconti, nessun favore a nessuno. Il messaggio di Gasperini è stato chiaro sin dalla lettura delle formazioni: squadra titolare in campo, con il tridente pesante Scamacca, Lookman e De Ketelaere, lo stesso della finale contro il Leverkusen. Dopo 15 minuti di prevalenza territoriale granata, i bergamaschi escono allo scoperto con un diagonale di De Ketelaere. Due minuti più tardi, al 26', Scamacca fulmina Gemello con una conclusione dal limite sul secondo palo praticamente imparabile. Al 43' è Lookman a raddoppiare, dopo il tiro centrale di Pasalic e la papera (ancora, dopo Bologna) di Gemello. Sul 2-0 il solito Tameze sta a guardare Lookman senza marcarlo. Incredibile. Nella ripresa la musica non cambia, il Torino si fa vedere dalle parti di Carnesecchi col contagocce: la Dea spinge fino a trovare il terzo gol con Pasalic, dopo un rigore assegnato da Sozza per un calcione senza senso di Tameze a Lookman. La partita si scalda sponda granata solo per un colpo acrobatico di Sanabria sottoporta, parato da Carnesecchi con un bel guizzo, poi scivola via fino al 90', tra la festa dei padroni di casa e le proteste da parte dei tifosi granata che lasciano il settore ospiti prima del fischio finale dopo aver contestato il Presidente Cairo e il tecnico Juric. Siamo al capitolo finale, e dobbiamo aggrapparci ai fratelli Viola. Fatelo anche per noi.


Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.

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