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- Redazione TORONEWS
Nove reti subite nelle ultime 3 giornate, 14 complessive in 8. Inutile girarci intorno, siamo senza difesa. Il terzo ko consecutivo, per 3-2, evidenzia, anche se non ne sentivamo affatto il bisogno, gli orrori di un calcio mercato estivo granata, a dir poco schizofrenico. Abbiamo esaurito la voce per urlare tutto il nostro disappunto, che ora si è fatto preoccupazione. Smantellare l'intero reparto difensivo senza rimpolparlo di giocatori all'altezza, per di più con due titolari su tre arrivati per disperazione l'ultimo giorno, è stato un errore pazzesco. Che ora stiamo inevitabilmente pagando carissimo.
Il problema della difesa colabrodo, denunciato su questa rubrica in tempi non sospetti, ha radici nella strategia (sic.) estiva, non di certo nelle scelte del povero Vanoli, che deve fare le classiche nozze con i fichi secchi, ma proprio secchi secchi. La presunzione di poter rinunciare in blocco a Buongiorno, Rodriguez, Djidji e Bellanova, sostituiti (si fa per dire) con le riserve Coco, Maripan, Walukiewicz e con Masina, panchinaro lo scorso anno, promosso titolarissimo, sta mostrando tutti i limiti di una serie di scelte sbagliate. Ecco che il Toro si trova ad avere la quarta peggior difesa del campionato, e sta affondando manco troppo lentamente verso la parte destra della classifica, anche perché l'illusoria speranza di riavere presto l'infortunato Schuurs per rattoppare il colabrodo difensivo si sta rivelando totalmente vana. La partenza da sogno della squadra granata aveva nascosto le magagne, che pur c'erano, grazie ad un Duvan Zapata in stato di grazia, ad un Milinkovic-Savic che sfoggiava un paio di miracoli a partita e ad una spregiudicatezza in attacco che regalava gol e vittorie. Ma, poi, Duvan si è infortunato, Vanja ha saltato un match (e si è visto), gli altri infortuni hanno decimato la squadra, costruita senza ricambi (6 giocatori nati dopo il 2004 in panchina a Cagliari, tra cui i due 2006 Zaia e Gabellini), e il giocattolo è andato in mille pezzi.
Domenica sera, una difesa allucinante è riuscita così a regalare al Cagliari dell'ex Davide Nicola la prima vittoria casalinga con una rimonta assurda e una goleada inaspettata: i sardi avevano segnato un solo gol nelle altre 4 partite alla Domus Arena. L'incubo è iniziato quando il pessimo arbitro Aureliano assegna una punizione inesistente dal limite ai padroni di casa, inventandosi letteralmente il fallo di Coco, che anticipa Viola che gli pesta il piede. Era fallo per il granata e pure giallo per il cagliaritano, ma l'arbitro fischia fallo per il Cagliari che segna su punizione con un incerto Milinkovic-Savic. Una vergogna, tanto più che pochi minuti prima era stato negato un rigore vistoso su Adams, letteralmente spazzato via da Scuffet in area piccola, con la complicità del difensore. Nessun alibi, per carità, però è doveroso segnalare che, regolarmente, anche gli arbitri ci penalizzano, e non è una novità. Pensare che il Toro era riuscito a ribaltare il risultato con Sanabria, subito in gol dopo lo svantaggio con un bel colpo di testa su angolo battuto da Lazaro, e con Linetty, autore di una sassata dal limite al 10' del secondo tempo. Ma poi la fragilità della difesa e le differenti panchine hanno fatto la differenza. Ancora un gol di testa subito lasciando l'avversario (questa volta il subentrato Palomino) saltare in solitaria, e un fantozziano autogol del distratto Coco a sancire il 3-2. Vani gli attacchi forsennati dei granata negli ultimi 15 minuti, con un miracolo di Scuffet sul colpo di testa di Adams al 92' e qualche altra occasione non sfruttata.
Il Toro, peraltro, era arrivato in Sardegna totalmente decimato: fuori i lungo degenti Zapata, Schuurs e Ilkhan, infortunati al rientro dalle nazionali Ilic e Sosa, ko anche Nje, Savva e Pedersen, con Tameze in panchina con la febbre. Titolari non all'altezza e panchina corta. Ecco i mali di questo povero Toro. Difficile trovare la cura, servirebbe un vaccino da super eroi, e Vanoli non ha (ancora) i super poteri.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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