Partita a senso unico: 24 tiri a 4, un palo, altre 4/5 occasioni, 18 cross a 6, 55% di possesso palla, 7 corner a 4 per il Toro. Ma la Lazio, con sole due occasioni fa due reti e scippa i tre punti ai granata nel primo dei quattro "scontri diretti" consecutivi per il Toro. Il 1° tempo granata è stato pazzesco per intensità e occasioni incredibili, ma la porta biancoceleste era stregata e, in aggiunta, si sono confermate le polveri bagnate della nostra squadra. Poi, nonostante un avvio di ripresa sempre scoppiettante, è arrivato a freddo il gol laziale al primo tentativo in porta. E dopo 6 minuti il raddoppio, al secondo tiro, con conseguente calo granata, salvo qualche guizzo nel finale. Si è trattata dell'ennesima occasione sciupata, ma questa volta facciamo fatica a trovare gli aspetti critici, tranne, ovviamente, la cronica capacità di vedere la porta. Il problema, lo sappiamo, è sempre lo stesso: il gol. Da un punto di vista del morale è una mazzata, ma in termini di prestazione c'è poco da dire: il Toro ha meritato gli applausi finali, per spirito, voglia e gioco.
La scossa granata
Stecca il Toro con la Lazio. Occasioni e gioco, ma zero gol
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Sei dannati minuti, dicevamo, e il Toro è battuto. I granata giocano una grandissima partita fino allo svantaggio, sfiorando la rete in almeno quattro occasioni, ma steccano il primo esame per l'Europa. Juric punta ancora su Vlasic e lascia in panchina Ricci, con Linetty a far coppia con Ilic nel centrocampo completato da Bellanova e Lazaro. In attacco gioca Sanabria con Zapata, in difesa c'è lo stesso terzetto di fortuna già visto contro il Lecce: Djidji-Lovato-Masina. È un primo tempo a forti tinte granata, lo si capisce dopo appena cinque minuti: Bellanova mette il turbo e crossa per Sanabria, la sua girata di destro viene respinta dal palo con il portiere fermo e sulla ribattuta il paraguaiano calcia fuori di mancino a porta vuota. È un primo messaggio alla Lazio, che in tutti i primi 45 minuti riesce soltanto a calciare una volta in porta con Immobile, al 20', per una parata comodissima di Vanja. Poi è un Toro che continua a creare soprattutto con un super Vlasic, a suo agio tra le linee: dialoga bene con Bellanova e trova un miracolo di Provedel che vola a negargli il gol. Anche sui piazzati i granata mettono paura ai biancocelesti, con la testata di Masina che sfiora la base del palo di 2 centimetri. L'unico neo del Toro nel primo tempo è non essere riuscito a trovare il vantaggio, in più Juric deve gestire Linetty e Ilic, entrambi ammoniti.
Il croato li lascia in campo, il Toro è sempre brillante e nei primi quattro minuti tenta tre conclusioni, due con Zapata e una con Vlasic, senza inquadrare la porta. Come spesso capita (sempre al Toro), dopo tante occasioni mancate si viene puniti: Luis Alberto serve Guendouzi, il francese entra in area e, con un diagonale rasoterra supera Milinkovic-Savic. Ilic, in serata no, se lo è totalemnte perso e Lazaro non è riiscito a contrastare il tiro che si insacca sotto le braccia di Vanja. Nemmeno il tempo di provare a reagire e i biancocelesti raddoppiano con un altro centrocampista. Cataldi trova l'angolino basso con un tiro da fuori. Il doppio colpo abbatte il Toro e nemmeno l'espulsione di Gila per doppia ammonizione favorisce il gol granata nell'assalto finale degli ultimi dieci minuti. Juric cade contro una diretta concorrente e ora deve affrontare Roma, Fiorentina e Napoli per provare a giocarsi le ultime carte per l'Europa. Il mister croato, a fine gara ha detto: "Sono orgoglioso dei ragazzi. Abbiamo tanti rimpianti, ma è stata una delle partite più belle da quando sono al Toro. Arbitro? Non voglio dare risposte affrettate. Oggi dobbiamo essere contenti e non frustrati. Ci siamo ripresi anche dopo il 2-0, dobbiamo vedere solo dove migliorare ancora. Ora pensiamo alla Roma, vogliamo dare una gioia ai tifosi, il pubblico ha capito la prova della squadra. Vlasic è stato uno spettacolo, ha fatto una gara strepitosa". Ci vediamo a Roma, sperando, per una volta sola, di giocare male ma di vincerla, proprio come ha fatto la Lazio.
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Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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