La rete all'83' di Luca Ranieri ha sbloccato una partita che sembrava incanalata verso lo 0-0. Un colpo di testa su assist di Kayode che il difensore cresciuto nelle giovanili viola ha raccolto beffando Milinkovic-Savic, fino ad allora poco o nulla impegnato. Per Ranieri è il primo gol in questo campionato (ovviamente anche questa volta a noi il record), il quarto da inizio stagione dopo i tre realizzati in Conference League, mentre i granata di Juric tornano a perdere dopo oltre un mese restando inchiodati a quota 24 punti. Migliore l'avvio del Toro che prende subito in mano il pallino del gioco, proponendosi con insistenza nei pressi dell'area viola. La prima vera occasione arriva al 25': Ricci propone un bel cross calciando in area una punizione, Zapata stacca di testa e chiama Terracciano alla risposta. Il portiere dei toscani è bravo anche al 37', quando si distende per salvare un destro di Lazaro dall'altezza del dischetto.
la scossa granata
Toro ancora ko. Ora basta con Tameze in difesa e reagire quando si prende gol
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Per i granata, autori di un ottimo primo tempo in cui l'errore è stato non approfittare delle difficoltà di un avversario decisamente spento, si tratta di una sconfitta che interrompe una striscia positiva che durava da quattro partite. In un Franchi gremitissimo, con le due tifoserie unite dallo storico gemellaggio, il Toro ha affrontato meglio la partita creando i pericoli maggiori. La Fiorentina, confermata per 10/11 rispetto a quella che ha vinto a Monza (unica novità, il rientrante Bonaventura al posto di Barak), è apparsa spenta, meno ispirata del solito, faticava a frenare la manovra costante e arrembante dei granata, che nei primi 15' hanno avuto il 73,5% di possesso palla. Juric ha ritrovato Bellanova e preferito inizialmente Pellegri a Sanabria per affiancarlo in attacco a Zapata. Ancora Tameze, di nuovo autore di una svista, braccetto di difesa. Scelta non più giustificabile quella di Juric.
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I viola si sono svegliati solo nel finale di tempo grazie all'ennesima disattenzione del francese: un colpo di testa di Bonaventura, un'occasione per Ikoné nata da un retropassaggio scellerato di Tameze e fortunatamente neutralizzata da Milinkovic-Savic, provvidenziale in uscita con la manona. Un secondo tempo in cui i ritmi del Torino (che fino ad allora aveva speso molto) sono calati, la squadra di Italiano ha cercato allora di aumentare la sua pressione. A quel punto Juric ha tolto Pellegri e Ricci (ammonito) per inserire Sanabria e Linetty, al rientro dopo lo stop con l'Udinese, e Vlasic per Djidji, spostando Tameze a centrocampo. Italiano ha risposto con l'ex Mandragora e Nzola per Arthur e Beltran, ben controllato da Buongiorno. La gara procedeva a strappi, il Toro non riusciva più a spingere come nel primo tempo, la Fiorentina invece era più propositiva e a sette dalla fine sbloccava il risultato con Ranieri, lasciato colpevolmente solo a saltare da Vojvoda, subentrato a Bellanova. Ancora Toro a due facce: inizio molto propositivo, incapace di capitalizzare le occasioni clamorose avute con Zapata e Lazaro, poi non scende praticamente in campo nel secondo tempo e, pur rischiando praticamente nulla, prende gol a fine gara e non riesce ad avere la minima reazione.
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Difetti già visti in troppi match che destano preoccupazione, soprattutto a livello mentale. Ed errori di Juric, che, evidentemente, deve perseverare prima di ravvedersi: ci ha messo una decina di partite per cambiare modulo e si sono visti miglioramenti. Ora insiste con Tameze in difesa, e non ci sono davvero più motivi per insistere su di una soluzione che era indispensabile quando mancavano Djidji e Zima, e Sazonov non conosceva ancora gli schemi, ma ora tutto questo è superato. Privarsi di Sanabria, poi, appare decisamente incauto per il gioco di sponda che riesce a fare con Zapata e compagni, anche se non segna, che comunque resta l'altro grande nostro problema. Già, il gol: quindici gol fatti in diciotto partite, di cui 6 in due partite (Salernitana e Atalanta). Anche sulle discutibili scelte sui cambi ci siamo già dilungati. Anche questa volta niente Gineitis: al posto di Vlasic, invece di spostare Tameze sarebbe stato meglio l'ingresso del giovane lituano, ormai relegato in panchina. E, dopo il gol subito, invece di far entrare il confusionario Seck, sarebbe stato meglio Radonjic. Ora qualche giorno prima di Toro-Napoli al Grande Torino, contro un Napoli non irresistibile, bloccato in casa sul pari dal Monza, dopo la sconfitta con la Roma. Vediamo di non far risorgere pure loro.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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