Toro inguardabile a San Siro. Contro un Milan - va detto, fortissimo - i granata scesi in campo sabato sera sembravano passeggiare senza idee, senza aggressività e senza fase offensiva. Non è un mistero che la rosa sia ancora incompleta e che manchino qualità e giocatori che saltano l'uomo e che sanno crossare (da fondo campo non ne parliamo proprio). Ma non si vede più (da parecchio tempo) nemmeno il pressing alto, quella ferocia, quella capacità di chiudere le linee di passaggio, quella intensità che caratterizzava le squadre di mister Juric. Lo spettacolo visto a Milano è stato disastroso, enfatizzato da un arbitraggio vergognoso con due rigori inesistenti concessi ai rossoneri. È evidente che urgono rinforzi. Soprattutto per migliorare la fase offensiva, che è stata impalpabile, con un solo tiro in porta (il gol di Schuurs) nei 98' di gioco. A peggiorare la situazione è arrivata anche la tegola dell'infortunio a Sanabria, uscito al 21' per un risentimento muscolare, sostituito da un pur generoso Pellegri, che ha lottato conquistando qualche fallo ma che non è mai stato pericoloso. Con l'infortunio di Tonny ora in attacco la situazione si fa ancora più complicata: gli accertamenti strumentali cui è stato sottoposto hanno evidenziato una distrazione di basso grado del muscolo semitendinoso di destra. La prognosi verrà valutata in base all'evoluzione clinica dell'infortunio: si parla di uno stop di tre/quattro settimane, di sicuro domenica contro il Genoa non ci sarà e si punta al rientro dopo la pausa Nazionale. Anche in interdizione abbiamo sofferto troppo, con il centrocampo in balia dei tre milanisti. Male Bellanova e Radonjic, sostituiti da Lazaro (meglio) e Karamoh (di nuovo inguardabile dopo il flop con il Cagliari). Tutti a guardare le scorribande di Pulisic e Leao, incapaci di contenerlo come avevano fatto (benissimo) lo scorso anno Singo (forse le uniche sfide vinte, sigh) e Djidji, ancora assente. Chiariamo una cosa: i problemi del Toro derivano sicuramente dal mercato che non ci ha regalato grosse novità, ma non solo. La squadra, lo abbiamo scritto da queste colonne più e più volte, aveva dei limiti evidenti già la scorsa stagione. Limiti di proposta offensiva, amplificati anche dall'eccessiva rigidità tattica di Juric. Il mister, lo sappiamo, non legge la partita in corsa e non cambia il modulo 3-4-2-1 nemmeno sotto tortura (il 4-1 di San Siro è stata forse peggio di una tortura). Infine, e non è una scusante, una parolina lo merita l'arbitraggio: è stata impressionante la sudditanza di Mariani e del Var verso il Milan. È stata una partita con due rigori completamente inventati e con un arbitraggio a dir poco imbarazzante. Scandaloso. Una vergogna assoluta, e non parlo solo dei due rigori, ma di una serie di episodi letti a senso unico. Qualche esempio? Ilic ammonito all'11' senza aver nemmeno toccato l'avversario, con la gamba sotto il torace e lui che si tiene la testa. Radonjic placcato con il braccio alla gola al 49', niente giallo, Juric giustamente protesta e si becca l'ammonizione. Ricci spinto via con due mani da Loftus-Cheek che tira in porta, Vanja protesta ed è ammonito. E potrei continuare. Desta stupore che nessuno dei vertici granata abbia manifestato tutto lo sdegno, sacrosanto. E pensare che, ad esempio, l'allenatore del Bologna Thiago Motta, in segno di protesta per un rigore non concesso contro la Juve, ha fatto scena muta davanti ai microfoni a fine gara. E l'Ad ha fatto fuoco e fiamme. Nessun commento, invece, da parte di Juric e della dirigenza granata. Sarebbe ora di iniziare a far sentire la voce del Toro, e anche in modo molto chiaro. Commenti ci sono stati, invece, sul match, da parte del mister: "Il divario oggi è stato enorme, sono stati superiori in tutti i sensi. Se serve qualcosa in attacco? Io mi concentro su tutta la squadra, dobbiamo vedere cosa non abbiamo fatto bene. Non penso al calcio mercato. Oggi è stata la peggior partita del Torino da quando sono qui. C'è stato veramente un divario enorme, troppo. I ragazzi stanno rendendo meno. Che spiegazioni mi do? Devo stare calmo e sereno, rivedere la partita e capire cosa fare. Però per la prima volta dopo 2 anni la sensazione è molto negativa. Cambiare sistema? Queste partite ti fanno pensare, dovremo ragionare. La squadra è quella dell'anno scorso, ma mancano Miranchuk, un quinto e in questo momento Djidji".
LA SCOSSA GRANATA
Toro inguardabile. Arrivano i rinforzi?
Mancano intanto pochi giorni alla fine del mercato e Verdi è stato ceduto al Como a titolo definitivo. Il Torino si libera così di un ingaggio lordo di 3,1 milioni, il più pesante della rosa granata (incidenza del 9% sul monte ingaggi della stagione 23/24). Chiuse altre tre operazioni in uscita: Bayeye andrà in prestito all'Ascoli, Ilkhan in Turchia, al Başakşehir e Berisha, ormai fuori rosa, è stato ceduto all'Empoli. In ingresso, è di oggi la notizia dell'arrivo per 3 milioni a titolo definitivo dalla Dynamo Mosca di Saba Sazonov, difensore centrale/destro russo-georgiano, classe 2002 di 194 cm. Occuperà uno degli slot extra-UE disponibili. A quanto si apprende, il suo arrivo non è legato al futuro di Schuurs, che a destra soffre un pò con attaccanti veloci (vedi Leao) ma alla necessità di avere un sesto di difesa, soprattutto visto che Djidji fatica a rientrare dopo l'infortunio e Zima è reduce da 5 mesi di stop. Dopo Sazonov, il Torino sta definendo l'arrivo dell'esterno Soppy dall'Atalanta: restano gli ultimi dettagli, con il calciatore che sembra ormai convinto della destinazione. Sotto i riflettori per 48 ore è stato poi il mistero Tchatchoua: Venerdì scorso l'esterno destro belga in forza allo Sport Charleroi era dato per vicinissimo alla chiusura a titolo definitivo per 3 milioni. Poi lo stop a causa delle condizioni fisiche a dir poco precarie. Incredibile se Vagnati lo ha davvero trattato, visto l'incidente dell'11 luglio, con frattura delle vertebre cervicali e l'operazione che ne è seguita. Mentre scriviamo, arriva la notizia che il Toro è molto vicino a Duvan Zapata. Le parti sono al lavoro per trovare un accordo con Atalanta e giocatore e filtra fiducia per la buona riuscita dell'operazione. Ma, al tempo stesso, si parla della cessione di Buongiorno ai bergamaschi. Se la bandiera granata venisse ceduta, dopo averlo stra confermato, sarebbe una disfatta per tutti. E noi non vogliamo nemmeno pensare che possa davvero accadere.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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