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la scossa granata

Toro, serve discontinuità

Michelangelo Suigo Columnist 
Nuovo appuntamento con "La Scossa Granata", la rubrica su Toro News di Michelangelo Suigo: "In questa valle di lacrime, abbiamo visto però anche mister Vanoli andare in confusione..."

Non riuscire a vincere in casa nemmeno contro l'ultima in classifica dice tutto del nostro povero Toro. Nelle ultime otto partite di campionato, inclusa l'unica vinta contro il Como, abbiamo visto vagare per il campo "ex" giocatori, spaventati e spaesati. Nell'ultimo, tristissimo, pareggio contro il Monza, abbiamo rivisto la Maratona contestare Cairo senza sosta, restando fuori dallo stadio tutto il primo tempo e dedicando il primo coro di sostegno alla squadra solo all'87'. In questa valle di lacrime, abbiamo visto però anche mister Vanoli andare in confusione: non cambiare nulla dopo 15 giorni di stop e 7 sconfitte su 8 ci è sembrato un errore.

Certo, le attenuanti non mancano e ne abbiamo scritto continuamente in questa rubrica. Ma una prestazione così triste, in cui il Toro ha sostanzialmente giocato non più di 30', peraltro solo nel secondo tempo, deve far riflettere. Ovvio, manca Zapata, abbiamo una difesa inguardabile e sulle fasce sembrano giocare degli zombie, ma la squadra deve scuotersi di dosso questa mentalità e povertà di idee. Una squadra che ormai sembra avere come schemi offensivi i soli dribbling di Njie, un 19enne che non gioca titolare, oppure il gol estemporaneo di un difensore su corner, non solo non ha ambizioni, ma nemmeno speranze.

Vanoli, lo abbiamo scritto la settimana scorsa, dovrebbe dare un segno di discontinuità, ad esempio adeguando il suo modulo di gioco, passando al 4-3-1-2 o al 4-3-3 (ma anche 4-4-2), migliorare nella lettura dei match e nel fare i cambi (solo due con i brianzoli). Preoccupante, a questo riguardo, le dichiarazioni del mister in conferenza post match: "Come ho visto Gineitis e Pedersen? Marcus sta facendo bene, mi piace, si trova bene con Vlasic perché ha le caratteristiche di Bellanova". Ecco, a noi Pedersen è sembrato un marziano che vale 1/20 di Bellanova.

Perché, poi, non concedere più minuti a Njie, l'unico che ci ha provato, e dare un po' di fiducia a Ciammaglichella, trascinatore degli azzurrini Under 20 ma ignorato da Vanoli. Tanto, peggio di così non può andare. Al massimo il livello resta quello, purtroppo tragico, visto fino ad ora. E, mentre la contestazione a Cairo e Vagnati prosegue, sullo sfondo si fanno più insistenti le voci di possibile cessione della società. Sarà, ma chi conosce queste dinamiche nelle aziende, sa perfettamente che una eventualità del genere deve necessariamente avere non solo un venditore, ma soprattutto un offerente (auspicabilmente serio) e, poi, non si annuncia mai.

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.

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