- Coppa Italia
- Mondo Granata
- Video
- Redazione TORONEWS
toro
Inter-Torino è stata una partita intensa, che i granata hanno giocato con ottime idee in fase di impostazione facendo però meno bene in fase di finalizzazione; dall'altra parte, ci sono state alcune lacune nelle situazioni difensive. In questa prima parte analizzeremo la fase offensiva, riguardante cioè la costruzione e la finalizzazione, espressa dal Torino a San Siro.
Il gioco spesso parte dal basso, con due, tre passaggi, anche al portiere, per liberare un giocatore (Rincon, Ansaldi, Bremer) che effettua cambi di gioco per Singo o addirittura lanci lunghi per Zaza lanciato a rete. A volte, si cerca anche la “palletta”, cioè una palla alta a scavalcare le due linee di pressione per Verdi, che si abbassa molto e che scarica o manda Linetty o Zaza che si inseriscono (minuti 8.24-9.50-11.32-17.30-24.12-34.00-44.30-45.45).
E’ pur vero che nel secondo tempo alcuni errori tecnici in uscita (palle non protette, passaggi e controlli sbagliati o falli non fischiati) hanno causato due gol subiti nel giro di tre minuti, ma questo a parer mio è dovuto a tensione nervosa che bisogna saper meglio controllare emotivamente soprattutto nei momenti clou della partita. Contrariamente a quanto successo con il Crotone dove con le due punte Belotti e Verdi che giocavano larghissime poco si è costruito sull’asse centrale, alcune azioni palla a terra dimostrano che giocare con dei riferimenti offensivi nella zona centrale, come sono stati Zaza e Verdi, portano facilmente al tiro. Verdi, giocatore rapido, tecnico e con visione di gioco ruota intorno a Zaza, cioè gli va a rimorchio per ricevere lo scarico e mandare dentro gli esterni o un centrocampista (minuto 19.45), oppure si inserisce alle spalle con dei tagli dove, insieme a Linetty, libera lo spazio affinchè Zaza si inserisce e va al tiro (minuto 2.40). O ancora Bonazzoli (subentrato al posto di Verdi) che nell’azione al minuto 46.29 confeziona con Linetty e Meitè, finalmente in attacco, un’azione perfetta tutta di prima nello spazio stretto con il gol di Zaza.
LEGGI ANCHE: Torino-Crotone: l'analisi tattica del match analyst
Altre due ottime azioni evidenziano come Verdi, giocando più indietro rispetto a Zaza, raccordi bene il centrocampo per mandare nello spazio la punta o gli esterni, nell’azione al minuto 8.30 riceve da Ansaldi e vede la linea difensiva dell’Inter alta e ferma e mette una perfetta palla sopra x Zaza, tiro al volo fuori, o al minuto 11.51 quando riceve da Singo e manda Zaza nello spazio. Importanti sono state in questa partita le ripartenze grazie sempre alla posizione centrale di Zaza e di Verdi, per esempio al minuto 20.20 Rincon anticipa Vidal a centrocampo e sulla ripartenza ha le due punte che attaccano lo spazio, una alla sua destra e una alla sua sinistra, con possibilità di giocare su entrambe, palla a Zaza tiro e parata, oppure al minuto 44.30 quando Ansaldi su pressione alta dell’Inter trova con un lancio di 40 metri Zaza sulla corsa che va via a Bastoni ma poi commette un ingenuo fallo di mano. Sempre su ripartenza fondamentale l’inserimento sulle fasce di giocatori dalla grande corsa come Singo che ha ricevuto un lancio di nuovo perfetto di Ansaldi in area procurandosi il rigore (minuto 57.15) o al minuto 72.40 quando Meitè manda l’inserimento di Zaza che va al tiro. Due belle conclusioni da fuori area sono stati il tiro di Ansaldi su scarico di Linetty dopo un corner corto al minuto 12.35 e la punizione di Edera al minuto 91.30.
Un gioco offensivo efficace però deve creare ogni partita parecchie palle gol, ho analizzato nel dettaglio tutte le azioni che si sono svolte nella trequarti offensiva dell’Inter (più di 30) e al di là di tre parate importanti Handanovic non è stato impegnato. Ci sono stati errori decisionali ed errori tecnici. Errori decisionali quando la punta al limite dell’area, per esempio, taglia anziché restare ferma per l’uno-due o per ricevere un imbucata (78.10-92.43), oppure il portatore di palla dribbla anziché imbucare (72.00), oppure sul taglio del centrocampista la punta non occupa lo spazio libero e non viene incontro per ricevere (39.20-51.30). Altra azione: imbucata alla punta ma senza guardare e la punta non viene incontro (43.15), o scarico senza guardare e il rimorchio non c’è (42.08), o quando il centrocampista imbuca e non va a rimorchio (78.10), quando c’è lo spazio e non c’è inserimento (35.05), quando la punta tira al volo da posizione defilata con 3 giocatori in area di rigore ma posizionati male (72.40).
Tutte azioni interrotte in zona tiro. Sempre errori decisionali sono i passaggi, i cross o i tiri intercettati semplicemente perché l’avversario si è messo sulla linea di passaggio, ma se il mio compagno non è smarcato perché gliela passo comunque? O se ho l’avversario a 1 metro perché crosso, perché gli tiro addosso? (10.22-25.40-51.30). In totale i passaggi intercettati in tutte le zone di campo sono stati ben 20, che equivalgono a 20 palle perse! Come dicevo nell’articolo scorso la consapevolezza dei calciatori di voler capire quali siano le soluzioni giuste da adottare in ogni situazione farà crescere la squadra, e secondo me è un’ottima squadra!
L’altra tipologia di errore è quella tecnica, a partire dal tiro perché una bella azione deve concludersi con un bel tiro altrimenti è tutto vano, in totale gli errori tecnici (tiro, controllo della palla, direzione e dosaggio del passaggio, colpo di testa) sono stati circa 16. Ci sono infine le leziosità e le ingenuità che però diventano determinanti, Meitè ha giocato ben quattro volte la palla di tacco, due per passarla e due per dribblare, vero che il primo tacco ha mandato Zaza al tiro e al gol ma non ricordo un giocatore dell’Inter che abbia fatto 4 colpi di tacco domenica come lui, così come Zaza e Bonazzoli due colpi di tacco e palla persa in due situazioni offensive importanti. Infine l’ingenuità di Zaza sul lancio di Ansaldi che dopo aver superato Bastoni si porta avanti la palla con il braccio era davvero da evitare perchè era una chiara occasione da rete.
Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.
© RIPRODUZIONE RISERVATA