Il Torino affronta il Crotone dopo due turni rinviati per la positività al Covid di diversi giocatori: per questo in tutti i reparti ci sono novità nella formazione, soprattutto per quanto riguarda la coppia di attaccanti Bonazzoli-Zaza con l’assenza importante di Belotti. Nel secondo tempo al minuto 64 Verdi e Sanabria sostituiscono Zaza e Vojvoda, e al minuto 76 Gojak sostituisce Lukic.
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L’analisi tattica di Crotone-Torino 4-2: dai mediani poco sostegno alle punte
La squadra di Mister Nicola scende in campo determinata a costruire gioco e attacca il Crotone soprattutto nel primo tempo. Le azioni più pericolose arrivano principalmente dai cross in area: Izzo tira fuori sul corner, Ansaldi calcia al volo ma Cordaz para, Lyanco colpisce di testa alto ancora su corner, infine il bel gol di Mandragora su cross di Vojvoda e palla rimessa in mezzo al volo da Ansaldi. In tutta la partita il gioco con sfondamento sulle fasce ha prodotto numerose azioni che hanno portato a circa venti cross (compresi i corner e le punizioni-cross), molti calciati benissimo da Ansaldi, ma non si ricorda un colpo di testa delle punte o dei centrocampisti su azione.
Nel secondo tempo le azioni più importanti del Torino portano a ottimi tiri da fuori area, il palo di Bonazzoli, il gran gol di Sanabria sempre da fuori area, il tiro perfetto ancora da fuori area di Gojak mandato sulla traversa dal portiere Cordaz e l’ultimo tiro al volo ribattuto dalla difesa. Invece il gioco offensivo nella fascia centrale del campo non ha prodotto alcuna azione con penetrazione in area di rigore. Queste azioni presuppongono giocatori posizionati molto vicini, e non mi riferisco solo alle due punte, ma soprattutto ai centrocampisti che devono sostenere la punta quando questa riceve schiena alla porta, cioè nella maggioranza dei casi. Questo compito doveva essere assolto da Rincon nella zona centro destra, da Mandragora nella zona centrale e da Lukic nella zona centro sinistra. Le punte non hanno quasi mai ricevuto imbucate nella trequarti offensiva, e quando ricevevano palla erano in zone più basse, a centrocampo; quelle poche volte in cui si riusciva a imbucare sulla trequarti soprattutto Zaza effettuava degli scarichi di nuovo alla difesa: per me queste giocate sono inspiegabili. A volte i granata ricevevano senza l’avversario addosso e scaricavano comunque, quindi la palla tornava indietro.
Un altro spunto di riflessione: i due esterni Ansaldi e Vojvoda, quando l’azione è dalla parte opposta, devono, a parer mio, accentrarsi sempre per creare densità intorno alla palla, cioè dare opportunità di scarico ed effettuare dei tagli dentro con la difesa spostata verso la fascia opposta, invece erano sempre larghissimi. In due-tre situazioni dove si era trovata un’ottima imbucata, il rimorchio non c’era e la punta poteva fare ben poco circondato da diversi avversari; a volte invece si tardava l’imbucata e la difesa chiudeva gli spazi. Il gioco palla a terra con penetrazione centrale è un gioco che si costruisce nel tempo (l’esempio è il Sassuolo, la squadra che costruisce più azioni con penetrazione centrale di tutta la serie A, anche se finalizza meno di quanto potrebbe): sicuramente mister Nicola sta lavorando su altre situazioni perché questo tempo ora non c’è.
Si vede bene infatti come l’azione preferita dal Torino sia il lancio lungo a saltare il centrocampo, ma il Crotone non faceva il pressing alto, era ben chiuso e molto basso, gli spazi alle spalle non c’erano, e dunque i lanci lunghi oltre la difesa (più di dodici) sono stati facile preda della retroguardia schierata avversaria. Circa venti, invece, sono state le palle perse per errori tecnici. Mentre le azioni più interessanti sono state il lancio di Ansaldi nello spazio per Zaza, un ottimo uno due Zaza-Rincon, una bella combinazione Mandragora-Zaza-Lukic, ancora un lancio di Mandragora per Bonazzoli con difesa alta, un bel passaggio in verticale di Verdi nello spazio per Gojak che in area tira fuori, ancora un ottimo lancio di Rodriguez per Vojvoda. Sono dell’idea che comunque il calcio costruito con lanci lunghi è ancora più difficile del gioco palla a terra, perché la squadra si allunga, quindi bisogna correre molto per dare densità intorno alla palla e alla fine si perde in lucidità, ma questa è un’opinione personale. Di fatto però le occasioni create sono state poche.
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Per quanto riguarda la fase difensiva, i granata hanno fatto molto bene nel primo tempo, eccezion fatta per un rigore assurdo e tre tiri di cui due da ripartenze. Nel secondo tempo, invece, la difesa ha perso alcuni duelli fisici e soprattutto si sono persi gli avversari da parte dei centrocampisti (problema che il Torino si porta dietro da diverso tempo) in alcuni inserimenti dalle retrovie. Inoltre, in alcune situazioni sono venute a mancare le marcature in area sui cross.
In conclusione ci tengo a ringraziare le persone che seguono la rubrica, leggo con molto piacere i vostri commenti e spero di riuscire a far comprendere maggiormente i principi di gioco che stanno alla base di certe giocate. Un lettore aveva perfettamente spiegato il concetto di palla coperta, ovvero si intende coperta una palla che non può essere calciata avanti per la presenza frontale di un avversario a circa un metro o meno, scoperta quando l’avversario è più indietro e quindi la palla può essere calciata avanti.
Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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