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Contro l’Udinese, il Torino ha cercato per tutta la partita di costruire gioco palla a terra con triangolazioni interessanti grazie al continuo smarcamento delle punte e dei centrocampisti. È fondamentale però che, una volta attirata verso di sé la difesa, la si provi a colpire alle spalle con passaggi in profondità nello spazio. In questa situazione a volte la lettura dei granata è stata sbagliata: quando ad esempio la difesa scappa, non si deve giocare palla in profondità. Diventa fondamentale anche la scelta del passaggio, quando ad esempio Verdi (minuto 20.00) ha giocato su Belotti al limite dell’area ma in posizione defilata, ma c’era Sanabria smarcato in posizione centrale e in situazione di 1 contro 1, quindi ben più pericoloso. Questione di scegliere a chi dare la palla ma anche quando: occorre valutare meglio i tempi del lancio a un compagno che attacca la profondità, a volte si è tardato il passaggio e la difesa ha recuperato. In generale, serve lucidità e non frenesia, molti sono stati i passaggi intercettati dagli avversari solo perché hanno letto le intenzioni, quindi piuttosto si tiene ancora palla in attesa di un ulteriore smarcamento da parte del mio compagno.
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Il Torino ha dimostrato di arrivare facilmente sulla trequarti offensiva avversaria ma le azioni concluse con tiri in porta secondo me sono ancora poche, si può arrivare con più frequenza al tiro in area: quelli effettuati sono stati un colpo di testa di Sanabria su ottimo cross di Belotti, un tiro al volo di Rincon su perfetto cross di Vojvoda, un tiro di Mandragora da posizione defilata, un ottimo uno-due tra Verdi e Mandragora con tiro di Verdi fuori di poco. Nel secondo tempo dopo il gol il Torino ha aumentato la pressione specie a centrocampo sul portatore di palla, vincendo diversi contrasti, ma le ripartenze sono state caratterizzate da passaggi sbagliati per troppa fretta e poca precisione. I pericoli creati, gol su rigore a parte, sono stati solo due colpi di testa su corner e su punizione-cross entrambi fuori. E su altre due palle in area perfette di Vojvoda e di Linetty né Mandragora né Bremer sono riusciti a concludere in rete.
Insisto su un principio di gioco imprescindibile: ogni volta che si verticalizza palla a terra su un giocatore schiena alla porta è indispensabile che un compagno gli vada a rimorchio a pochi metri, invece in questa situazione alcuni centrocampisti o restano in copertura o si inseriscono alle spalle quando il compagno non ha la possibilità di girarsi e giocare nello spazio. Purtroppo poi alcune ottime azioni non si sono concretizzate per banali errori tecnici, come passaggi troppo lunghi o troppo corti e controlli sbagliati, questo non è più accettabile da professionisti esperti. Molto interessante la posizione di Verdi da mezzala e la sua continua mobilità sia nel pressing sia nello smarcamento, deve però migliorare nella scelta delle giocate. Ma è evidente a tutti che ora gioca con più convinzione nei propri mezzi, rispetto a prima.
Poche sono state le azioni che hanno visto duetti tra Sanabria e Belotti, nonostante siano sempre vicini tra loro si sono cercati poco e pochi sono stati i movimenti di smarcamento uno per l’altro: devono lavorare di più sull’intesa tra loro e con i centrocampisti per sfondare le difese centralmente. Anche perché il gioco sulle fasce è ben assimilato e i cross di Ansaldi e Vojvoda sono sempre più precisi, ma bisogna avere valide alternative.
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In fase difensiva i difensori sono stati bravi ad anticipare le punte su imbucate pericolose, anche se spesso i centrocampisti non erano sulle linee di passaggio ed inoltre non marcavano il rimorchio. Da migliorare i meccanismi tra gli stessi centrocampisti, a volte tutti e tre erano troppo stretti e lasciavano spazi laterali dove si inserivano i difensori dell’Udinese. Questi inserimenti in fascia creavano superiorità numerica ed erano costretti a uscire i difensori centrali. In questi casi una delle due punte deve abbassarsi e marcare il difensore. Rincon e una volta Vojvoda sono parsi in difficoltà nella semplice lettura dell’uno due con l’avversario che si inserisce alle loro spalle; spesso Rincon abbandona l’avversario che si inserisce prima ancora di essere certo che ci sia un difensore pronto a marcarlo. Da migliorare anche alcune marcature sui corner (in una occasione nove giocatori granata erano in marcatura a zona ma ha colpito Llorente indisturbato) e sui cross. Ansaldi e Lukic accorciano poco sul portatore e dalla loro parte nel secondo tempo ci sono stati numerosi cross. Izzo e Buongiorno a volte troppi irruenti nella marcatura di schiena, non temporeggiano e commettono fallo in zone molto pericolose. In conclusione, è stata una vittoria importante contro un avversario forte ma sono convinto che in fase offensiva il Torino abbia gli strumenti per giocare meglio e segnare molti più gol. Vorrei vedere Verdi, Belotti e Sanabria giocare con più personalità, specialmente nei pressi dell’area di rigore dove bisogna fare molto male all’avversario! Basta timidezza, è ora di mettere in pratica tutto il lavoro che, ne sono certo, settimanalmente viene provato in allenamento.
Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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