Nel derby contro la Juventus (qui il tabellino), il Torino ha provato a costruire gioco soprattutto nel primo tempo e la qualità in campo questa volta si è vista. Partiamo dal gioco sulle fasce dove soprattutto Ansaldi, con degli ottimi dribbling, e Vojvoda hanno effettuato buoni cross: ma mister Nicola deve lavorare sulla disposizione in area dei saltatori Belotti, Sanabria e Mandragora. Anche in questa partita c’è stato un unico colpo di testa su azione, quello a fine partita di Sanabria con parata di Szczesny. Questo è accaduto perchè nella maggioranza dei cross in area a saltare c’era sempre e solo Belotti contro cinque difensori. Si è visto finalmente anche un gioco palla a terra con diverse imbucate per le punte che scaricavano su Verdi, sempre posizionato ottimamente a rimorchio per poter giocare palla nello spazio alle spalle della difesa della Juventus. Il fallo - netto - da rigore di De Ligt su Belotti è nato esattamente da una palla nello spazio di Verdi per Rincon, poi il venezuelano ha rubato palla ad Alex Sandro che era in vantaggio. A volte la punta che non riceveva l’imbucata andava a rimorchio tra le linee creando pericolosità per gli avversari e non dando punti di riferimento fissi. Si vede che l’intesa Belotti Sanabria-Verdi sta crescendo molto bene. Queste azioni per ora hanno portato a ottimi tiri da fuori area di Mandragora; da uno di questi è scaturito il gol di Sanabria. L’intesa di cui parlavo, tuttavia, deve permettere anche soluzioni di penetrazione centrale in area di rigore e non solo tiri da fuori area. Per esempio, quando Belotti taglia verso l’esterno, Sanabria deve inserirsi nello spazio creato tra i due centrali per ricevere palla e andare al tiro; ancora, le due punte devono alternarsi continuamente e ricevere palla addosso. Belotti ormai lo fa sistematicamente, Sanabria ancora no, a volte attacca lo spazio con la difesa che scappa, anziché smarcarsi incontro; sempre Sanabria deve prendere più l’iniziativa quando è in possesso palla, perché è dotato di rapidità e dribbling (vedi secondo gol), quindi non deve sempre scaricare ma puntare l’avversario e cercare di creare superiorità numerica. Interessanti anche alcune giocate a destra tra Vojvoda e Rincon dove spesso il venezuelano è stato servito nello spazio. A parer mio però il ruolo di Tomas, interno di centrocampo, dovrebbe essere ricoperto da giocatori che hanno gamba ma anche più tecnica come Baselli o Lukic.
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L’analisi tattica di Torino-Juventus 2-2: Verdi-Belotti-Sanabria, l’intesa è interessante
Nel secondo tempo, dopo il gol di Sanabria (dopo 20 secondi), il gioco offensivo del Torino si è limitato a due imbucate su Rincon (sempre anticipato), ad alcuni lanci e due tiri su punizione: ottimi infine il tiro di Baselli e il colpo di testa di Sanabria. Per il resto la squadra si è abbassata troppo concedendo numerosi cross alla Juventus. Tuttavia la fase difensiva del Torino come già detto, è migliorata molto; a centrocampo poche volte l’avversario è libero di impostare e gli inserimenti sono ben seguiti dai centrocampisti; nel derby i problemi sono nati per alcune letture sbagliate in fascia dove Vojvoda e Izzo hanno perso l’inserimento di Chiesa e Mandragora non ha chiuso centralmente nello spazio creato dall’uscita di Izzo, considerando che Bremer e Buongiorno sono rimasti centrali nella marcatura di Morata e Ronaldo. La situazione descritta ha portato a un tiro di Morata neutralizzato da Sirigu e al gol di Chiesa. Continuano a parer mio le difficoltà della difesa granata su numerosi cross non tesi al limite dell’area di porta, sui quali o esce il portiere o per qualsiasi difensore diventa difficile il duello aereo con saltatori come Morata e Ronaldo; quest’ultimo nel secondo tempo ha colpito di testa indisturbato almeno in tre occasioni. Anche gli esterni dovrebbero accorciare maggiormente per evitare continui cross in area. Ottimi invece alcuni anticipi su imbucate radenti sulle punte da parte di Buongiorno, Bremer e Izzo.
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Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.
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