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Torino-Udinese: l’analisi tattica del match analyst

Dario Biasiolo

In fase di impostazione il gioco del Torino spesso iniziava con i tre difensori che si passavano la palla, a volte anche per un minuto intero, senza che i centrocampisti si smarcassero o che le punte venissero incontro, sino a quando uno dei tre difensori effettuava il lancio lungo con la difesa avversaria schierata e la palla veniva persa. In altre occasioni Belotti spesso arretrava a centrocampo, dove il Torino aveva già cinque giocatori, a ricevere palla; davanti rimaneva dunque l’altra punta da sola, al massimo si inseriva Linetty, ma comunque non c’erano quasi mai giocatori smarcati in avanti e il gioco non avanzava. Quelle poche volte che si riusciva a verticalizzare sui centrocampisti questi, anziché girarsi e impostare in avanti, scaricavano immediatamente ai difensori senza che fossero nemmeno pressati e la palla tornava quindi indietro. Persino le punte, a volte, nei pressi dell’area avversaria decidevano di scaricare non a un centrocampista, ma addirittura al difensore a centrocampo. Quando ci si trovava in fascia, invece, non c’era mai un taglio della punta o di un centrocampista verso l’esterno a spostare la linea difensiva; non ci si intendeva su come voler la palla, perché a volte il giocatore attaccava lo spazio e il compagno gli giocava addosso o, viceversa, chi aveva la palla lo mandava in velocità mentre il compagno si smarcava venendo incontro.

Sui cross dalle fasce, le punte e i centrocampisti non occupavano l’area in modo adeguato per colpire di testa, e i cross non erano mai dal fondo ma sempre dalla trequarti con traiettorie basse e intercettate, o troppo lunghe sul secondo palo. Nella costruzione e finalizzazione della manovra, insomma, sono state decine e decine le situazioni in cui si è persa palla. Sottolineo anche l’enorme quantità di errori commessi sul piano tecnico: dal controllo errato alla mancanza di protezione della palla passando per il dosaggio di certi semplici passaggi. Eppure in altre situazioni gli stessi giocatori hanno eseguito gesti impeccabili.

Un report indica per ogni giocatore quanti errori e quante decisioni giuste ha effettuato per ognuna delle voci sopra descritte (smarcamento incontro, in profondità, tagli, rimorchi, capacità di imbucare…). E anche da questo dato è facile capire che tipo di movimenti con e senza palla ogni giocatore effettua sistematicamente (situazione assimilata) e quali invece sbaglia sistematicamente (situazione non assimilata), al fine di svolgere allenamenti tattici mirati giocatore per giocatore.

Suggerisco a chi vuole approfondire lo studio tattico della gara contro l’Udinese di andarsi a rivedere queste azioni: al minuto 9.40 un posizionamento non corretto in fase difensiva; al minuto 13.48 la difficoltà a impostare per mancanza di smarcamento continuo; al minuto 21,00 i continui scarichi anziché tener palla e giocare avanti; al minuto 23.37 l’azione del gol subito, al minuto 27.16 un’altra situazione difensiva errata, al minuto 43.47 la punta non viene incontro e l’esterno cerca un difficile dribbling perdendo palla, nei minuti 44.02 e 46.29 invece due buone azioni. Secondo tempo: al minuto 46.25 uno scarico incomprensibile, una buona azione al minuto 47.53, al minuto 53.23 una serie di mancate marcature porta al secondo gol subito, al minuto 56.20 fase difensiva, ai minuti 59.24 e 61.40 due buone azioni, ai minuti 65.45 e 66.47 i due gol del Torino frutto di aggressività! Ma al minuto 67.58 il terzo gol subito per i soliti errori in cui si perde l’avversario che si inserisce.

Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.

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