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striscione derby Maratona 24 febbraio 2002 "Un oceano di passione in un mare di tifo"
L'inattesa piega degli eventi
Enrico Brizzi
2008 Baldini Castoldi Dalai
Capita di imbattersi per caso in un romanzo.
Qualcosa ti chiama, una suggestione indefinita evocata da un titolo o da una copertina.
Il romanzo di cui parlerò questa settimana è uno di questi incontri imprevisti, uno di quelli che non ti aspetti e che ti cattura dalle prime righe.
Lo avevo notato appunto per la copertina: otto calciatori ignoti, rappresentati a figura intera come nelle vecchie figurine, con maglie sconosciute indosso, contrassegnati da didascalie relative a compagini mai sentite, eppure dai nomi familiari e verosimili, che mi pareva di aver già sentito mille volte perché pieni di remoti, drammatici echi.
Sollecitato da quelle misteriose immagini, non ho saputo resistere e sono piombato in una strana storia di ucronia, varietà della fantascienza nella quale una inattesa piega degli eventi muta la Storia, generando un'imprevedibile realtà alternativa.
Enrico Brizzi, autore bolognese di grande talento, immagina che nell'anno delle Olimpiadi romane del 1960 domini ancora il Fascismo e che addirittura un decrepito Mussolini, ormai in punto di morte, sia a capo del Governo. La scelta di battersi contro la Germania nazista ha fatto dell'Italia una delle nazioni vincitrici della Seconda Guerra Mondiale e il regime, deposti i Savoia, ha proclamato una sedicente Repubblica alla quale ne sono associate altre, come in una sorta di Commonwealth in salsa tricolore.
Un giornalista sportivo di grido, per scontare lo sgarro fatto a un potente, viene inviato a seguire le ultime giornate della Serie Africa, campionato che vede contrapposte le squadre di Eritrea, Etiopia e Somalia. Prima si trova catapultato ad Asmara, per seguire le gesta della compagine più famosa della città, la Birra Venturi, poi, dopo una discesa negli inferi di Massaua, si reca ad Addis Abeba, in cui il duello stracittadino tra l'Audax, squadra di regime appoggiata dai poteri forti, e il San Giorgio, squadra anarchica che osa mischiare giocatori italiani e di colore, spacca in due la popolazione e genera scontri violentissimi.
Il titolo della Serie Africa si deciderà in volata e premierà proprio una fra le due rivali di Addis Abeba, che la sorte beffarda farà scontrare nell'ultima giornata.
Più procedevo nella lettura, più identificavo nel San Giorgio il nostro Toro: squadra del popolo, destinata a generare un oceano di passione, come recitava un vecchio striscione, squadra libera, impossibile da ingabbiare, ingestibile da parte di qualsiasi potere, di conseguenza destinata a subirne le angherie.
C'è un'altra caratteristica che rende irresistibile il San Giorgio: il suo essere senza colori, proprio perché straboccante di colori come la propria maglia (i giocatori, per l'accozzaglia di tinte che ne contraddistinguono la divisa, vengono soprannominati I pigiama), mix di popoli e culture.
Anche questa peculiarità è sempre più del Toro: niente ormai resta della squadra autarchica degli anni Settanta, quando inserire in rosa anche un solo straniero era inconcepibile, mentre oggi sono tante e nuove le nazionalità che vi confluiscono.
Però una cosa la invidio al San Giorgio: il senso di identità che unisce i giocatori e li rende ribelli.
La condivisione di un ideale di libertà li rende forti e li porta a resistere alle prepotenze dell'Audax, che simboleggia la prevaricazione.
L'augurio è che Jurić riesca ad infondere una simile coesione anche alla nostra rosa, che si troverà ad affrontare i poteri forti di casa nostra.
Forza Mister, le tocca una brutta gatta da pelare!
Alla fine del romanzo, recentemente ristampato da Edizioni Theoria e che ovviamente consiglio a tutti gli appassionati di Calcio e Storia, la squadra campione della Serie Africa affronterà, all'interno dell'altisonante Trofeo delle sette repubbliche, una compagine italiana nella più impari ed apparentemente scontata delle battaglie. Non dirò chi sarà quell'avversaria né il risultato finale dello scontro: posso solo dirvi che ci sarà da divertirsi.
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
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