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Lasciarci le penne

Che nostalgia, quando Spider-Man ridiventa Peter Parker

Marco P.L. Bernardi

Nuovo appuntamento con "Lasciarci le penne", la rubrica a cura di Marco Bernardi

Spider-Man

Stan Lee - Steve Ditko, 1962 Marvel Comics

L'Uomo Ragno è un supereroe diverso dagli altri: un po' meno eroico e un po' più problematico, ironico e pieno di dubbi.

La storia è arcinota: da ragazzino viene morso da un ragno radioattivo e sviluppa qualità ragnesche che lo rendono praticamente invincibile, nonostante i reiterati tentativi di farlo fuori da parte di schiere di cattivi, tutti altrettanto dotati di superpoteri, ma sempre un pizzico meno forti o furbi di lui.

Dietro la maschera dell'eroe si nasconde il suo alter ego umano, Peter Parker, un adolescente secchione che è il suo opposto: tanto quanto Spider-Man è forte, agile e sicuro di sé, l'altro è debole, imbranato e timido; insomma, la quintessenza delle non qualità.

Peter approfitta delle nuove doti per prendersi le rivincite contro quelli che gli avevano rotto le scatole; tuttavia, incurante del bene che potrebbe fare con i mezzi incredibili di cui dispone, perde l'amato zio, ucciso da quel medesimo personaggio (il Ladro) che lui, giorni prima e in un altro luogo, si era rifiutato di neutralizzare per menefreghismo.

In quel momento realizza che Da un grande potere derivano grandi responsabilità, frase che diventerà il suo slogan, e intraprende la lotta contro il crimine.

Alcuni uomini hanno la fortuna di saper giocare bene a calcio e diventano miti per schiere di tifosi che a calcio giocano maluccio.

Pochi, fra questi eletti, colpiscono l'immaginario dei bambini e dei ragazzi, non solo per la loro abilità, ma anche per alcune stranezze che li rendono identificabili ed imitabili.

Stranezze che possono essere un particolare taglio di capelli, l'essere ricoperti di tatuaggi (o piuttosto non esserlo, considerato che ormai i calciatori non tatuati sono rarità da salvaguardare), oppure un'esultanza bizzarra dopo i goal, che i suddetti giovanissimi tifosi possono agevolmente riprodurre quando giocano nel campetto sotto casa.

Belotti, a Torino, era uno di questi pochi: faceva un sacco di goal e poi li festeggiava col noto gesto. E quel gesto era diventato familiare anche fuori dallo stadio, nella vita di tutti i giorni: il mio nipotino Pietro mi ha salutato mimando la cresta del Gallo per anni, e così credo sia successo a miriadi di genitori, nonni e zii granata (evviva gli zii granata...!).

Era dai tempi di Pulici, di cui tutti cercavano di imitare il taglio di capelli con risultati  imbarazzanti, che non si verificava un fenomeno emulativo del genere. Nemmeno le corna di Ferrante avevano riscosso tanto successo.

Lo stesso Belotti, l'idolo della Maratona, quello della cresta e delle reti a grappoli, domenica scorsa ha preteso di tirare, con determinazione sfociata poi nell'errore, un rigore decisivo contro la squadra di cui è stato Capitano.

Dopodiché, in seno alla nostra tifoseria, si è scatenato il più acceso ed inutile dei dibattiti, tra detrattori ed estimatori dell'ex centravanti granata.

Il dramma è che sembravano avere ragione tutti, sia quelli che condannavano un atto compiuto con tale protervia da risultare indigesto, come se fosse un tradimento, sia gli altri, quelli che Ingrati, non si tocca Mister 100 goal..., E' un professionista serio che ora gioca per la Roma..., Poveretto, sta segnando col contagocce ed aveva bisogno di sbloccarsi... Avrà avuto i suoi buoni motivi di rivalsa, e via dicendo.

Parole, parole, parole, per dirla con Mina... Ma può esistere la Ragione, in una discussione come questa?

No, non può esistere, perché il supereroe che si toglie i panni sgargianti che l'hanno reso Uomo Ragno, torna ad essere il grigio Peter Parker, senza poteri e senza responsabilità.

Quello a cui abbiamo assistito domenica è stato uno spogliarsi dell'abito dell'eroe.

Lecito, perché nessuno è obbligato ad indossarlo.

Niente di drammatico dunque; nessun tradimento, anche perché in Peter Parker non si identifica nessuno, e quindi nessuno può sentirsi tradito da lui.

Resta solo un po' di nostalgia per Spider-Man.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.