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Derby a tinte granata, il tempo passa inesorabile

Derby a tinte granata, il tempo passa inesorabile - immagine 1
Torna un nuovo episodio di "Lasciarci le penne", la rubrica di Marco Bernardi
Marco P.L. Bernardi
Marco P.L. Bernardi Columnist 

Salirò

Daniele Silvestri

2002 BMG Ricordi

Ve lo ricordate Daniele Silvestri, durante il Festival di Sanremo del 2002, esibirsi accompagnato da un improbabile performer, interpretato da Fabio Ferri, nel più scalcinato ed esilarante balletto al quale sia stato dato di assistere sul palco dell'Ariston?

Fu un'esibizione che, da sola, giustificò le lunghe ore trascorse davanti alla TV per assistere all'agone canoro preferito dagli Italiani.

La canzone raccontava di un fallimento e della voglia di risalire che può nascere quando si tocca il fondo. Quel Salirò, salirò divenne uno slogan generazionale, bandiera di tutti gli sfigati combattivi che non smettono di provarci nonostante le percosse della sorte.

C'è un verso, in quel brano, che si sta adattando sempre meglio al destino del nostro malconcio Toro di quest'anno, alle prese con una sequela di sconfitte che ha annichilito gli illusori sogni di gloria delle prime giornate e che ci sta precipitando verso il baratro: Più giù di così non si poteva andare, più in basso di così c'è solo da scavare.

E' questa la sensazione che aleggia, che la china a precipizio che stiamo percorrendo non possa essere interrotta, che manchi l'argano a motore che Daniele Silvestri auspica possa aiutarlo a riprendersi.

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Il derby arriva adesso, come una beffa nella beffa, a puntarci il dito crudele contro: avviliti e spuntati, privati del duo Zapata/Adams che ci aveva fatto intravedere le stelle, messo fuori gioco da una malasorte che si diverte a prenderci a cazzotti, rischiamo di essere al punto in cui c'è solo da scavare, come dice il cantautore romano.

Si fa fatica a illudersi, anzi, si vorrebbe dimenticare la stracittadina, che da troppo tempo non fa che riservarci amarezza.

Eppure saremo lì, con la perseveranza di chi, da tanti anni, sfoggia il proprio masochismo incommensurabile e ogni volta inghiotte il calice amaro con la stessa tristezza provata alla prima sconfitta dopo l'ultima vittoria contro la Juve in casa sua nel 1995, il 9 di aprile.

Una vita fa.

Se mi avessero detto che sarebbero trascorsi decenni, che da allora avremmo perso ventotto volte e vinto una soltanto, avrei creduto di parlare con un ubriaco iettatore.

Non oso pensare ai nuovi granata, quelli che nel frattempo sono nati e cresciuti assistendo alle inesorabili batoste, anno dopo anno.

Una volta si diceva che la notte non può durare per sempre: speriamo, allora, che non manchi molto alla nostra alba calcistica, perché nel frattempo siamo invecchiati tutti, nell'attesa.

Prima o poi ripartirò, cantava Silvestri.

Questo è l'augurio che possiamo farci: non tanto di vincere un derby, forse in modo casuale e inatteso (e magari succedesse!), ma di trovare finalmente l'argano a motore in grado di farci risalire.

E poi volare in alto, fino a quando saremo solamente un puntino lontano, lontano, lontano, lontano.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore. Nel marzo del 2023 è uscito il suo nuovo noir a forti tinte granata "Giallo profumo di limoni. L'avvocato Alfieri in un nuovo caso tra Torino e Sanremo" (Fratelli Frilli Editori)

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