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TURIN, ITALY - NOVEMBER 10: A view of the Basilica di Superga from the Monte dei Cappuccini on day four of the Samsung ISU Short Track World Cup at the Palatazzoli on November 10, 2013 in Turin, Italy. (Photo by Harry Engels/Getty Images)
Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri
Marco P.L. Bernardi
2020 Edizioni del Loggione - I Gialli Damster
Sperò che non gli venisse un crampo per la tensione: non sarebbe stato il momento giusto né il luogo. Ripeté più volte la formazione del Grande Torino, come un mantra(...). Il viale sembrava lungo, molto di più che all’andata: “Bacigalupo, Ballarin, Maroso...”. Tendendo l’orecchio, poteva intuire l’ansimare bavoso delle belve da qualche parte tra gli alberi: “Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto...”. Un’ampia curva che, ci avrebbe scommesso, prima non c’era e che il fato aveva messo lì solo per ritardare la sua fuga, gli nascondeva il cancello e la salvezza: “Mazzola, Ossola”. Finalmente raggiunse la guardiola e fu fuori in un baleno. Si appoggiò al muro e respirò a fondo, sentendosi come un naufrago appena giunto in salvo sulla spiaggia.
(da Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri, per gentile concessione di Edizioni del Loggione).
Ripensavo a queste righe ieri sera, mentre percorrevo insieme a tanti altri granata il perimetro della Basilica di Superga, come ogni 4 maggio. Mi stupivo dei gesti abituali, delle presenze consuete. Erano echi dei racconti di mio padre quando ero bambino, lampi di pensieri odierni, gli stessi che cerco di trasferire sulle pagine dei romanzi e nelle righe di questa rubrica. La formazione del Grande Torino, imparata a memoria, ogni tanto ritorna alla mente, talvolta persino al di là della consapevolezza, come un respiro.
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Assomiglio in questo al protagonista dei miei gialli, l'avvocato Ennio Alfieri: ma lui è tifoso del Toro di un'altra generazione, della vecchia scuola, quella in via di estinzione, lui è uno che il Grande Torino lo ha visto giocare.Nella scena riportata sopra, l'avvocato sta affrontando due paure ataviche: quella della morte, che tutti accomuna, e la sua personale fobia, quella dei cani, che lo opprime al punto da togliergli il fiato e la chiarezza dei pensieri.
E' nel giardino di una villa ed è consapevole che il padrone di casa, un vecchio cliente passato in un attimo dalla gratitudine all'odio, potrebbe cogliere l'occasione per ucciderlo. Finge sicurezza e indifferenza, ma l'angoscia lo attanaglia e, mentre tenta di superarla, la sente dilatarsi per la presenza nascosta dei cani feroci che proteggono il luogo e lo stanno seguendo senza attaccarlo, invisibili e perfettamente addestrati a non colpire senza un ordine preciso. Allora, per recuperare una parvenza di lucidità, Alfieri ricorre al suo mantra, al nostro mantra, al mantra granata per eccellenza.
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Ripete i nomi, quei nomi, i nomi dei Caduti che ieri, mentre camminavo lungo il muro di Superga, vedevo corrispondere ai volti dei ritratti che accompagnano i visitatori alla lapide. La trasformazione degli uomini in mito testimonia la loro grandezza e il valore del nostro passato: anche senza quei volti, la presenza rimane, nelle imprese tramandate, nelle consuetudini, nel senso di appartenenza che travalica il gioco, nella Mole tinta dei nostri colori che, come un'onda, avvolgono l'intera città.
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Quei nomi, il nostro mantra, sono diventati musica del ricordo. Musica che si poteva percepire ieri, come settant'anni fa, e che ci aspetterà tra un anno. E che, tra cent'anni, risuonerà nelle orecchie e nei pensieri di altri granata che si ostineranno a percorrere il nostro medesimo cammino.
Ripetendo, anche loro, quel mantra.
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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