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La linea d’ombra di Belotti: i dubbi del capitano

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Secondo appuntamento con "Lasciarci le penne", la nuova rubrica a cura di Marco Bernardi
Marco P.L. Bernardi
Marco P.L. Bernardi Columnist 

LA LINEA D'OMBRA  di Joseph Conrad (1915)

Un giovane capitano al suo primo incarico.

Un veliero maledetto.

Un viaggio d'inferno da Bangkok a Singapore.

E una linea da varcare, quella che separa la giovinezza dall'età adulta, quella che, valicata, trasforma un ragazzo in un uomo.

Il protagonista ci racconta, parlandoci in prima persona, come si fa con gli amici o con la propria coscienza, del suo viaggio iniziatico, di come, in mare aperto, l'equipaggio venga travolto da una febbre tropicale debilitante e di come, nonostante gli uomini si battano allo stremo contro il male che li consuma, si trovi a dover governare la nave quasi da solo, con l'aiuto dell'unico membro della ciurma che, come lui, è stato risparmiato dall'epidemia, un giovane cuoco, colmo di capacità e attitudini marinaresche, ma relegato dal proprio cuore malandato a rivestire un ruolo che non richiede un eccessivo sforzo fisico.

Mentre il veliero è bloccato per giorni e giorni da una prolungata, implacabile assenza di vento, il capitano dovrà affrontare le proprie paure, il senso di inadeguatezza e i dubbi sulle sue capacità, insomma, tutti quei fantasmi che i viaggi iniziatici, anche quelli del nostro vivere quotidiano, portano in dote. La lotta contro mare e destino scandirà il tempo di questo formidabile romanzo breve; il superamento dei propri limiti coinciderà con il passaggio della fatidica linea d'ombra per cui, all'approdo, il protagonista non sarà più quell'annoiato ufficiale alla ricerca di uno scopo che era al momento di salpare, ma un lupo di mare, temprato dalla lotta con gli elementi e con se stesso.

Accennandovi in poche righe a questa storia, senza troppo svelare per non togliervi il piacere della lettura, sto pensando a Belotti e ai suoi dubbi; al confine che anche lui dovrà affrontare e che lo porterà, in un modo o nell'altro, a valicare la sua linea d'ombra.

Spero ancora che, come il protagonista di Conrad, anche lui non abbandoni il nostro povero veliero che, seppur gravato della sua atavica maledizione, non smette di sfidare il fato in mare aperto e che continua ad affascinarci per il suo coraggio maldestro e disperato.

Ma non lo biasimerò se, invece, sceglierà di scendere a terra per imbarcarsi su altre navi più sicure: gli eroi sono rari e spesso vivono solo nelle pagine dei libri d'avventura.

Capita a pochi di imbattersi in un dilemma che mette sulla bilancia azzardo e sicurezza e scegliere la strada più pericolosa.

Io, al suo posto, saprei che cosa scegliere; ma io sono solo un tifoso che, ottenebrato dalla fede, può  permettersi scommesse romantiche e avventate.

Auguri al ragazzo, quindi: che la sua linea d'ombra, per dirgliela con Leopardi, non gli sia grave e che gli permetta di trasformarsi in un vero comandante e non nel passeggero annoiato di una qualche anonima nave di lusso.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.

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