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Le armi segrete del Toro, da fare invidia a goldrake
Chi è stato bambino negli anni Settanta si ricorderà molto bene di Goldrake, robottone di acciaio nero che difendeva la Terra dall'invasione di Vega, una civiltà extraterrestre antropomorfa, ma bruttissima.
Praticamente ogni parte del corpo del prode paladino del nostro pianeta nascondeva una sorpresa per i nemici: i pugni diventavano magli perforanti, le corna lanciavano raggi letali così come gli occhi, le decorazioni delle spalle si trasformavano in boomerang o in alabarda a seconda dell'estro del conducente, che ne urlava i nomi come un banditore da fiera, perché lui quelle superarmi le attivava così, con un comando vocale strillato a piena voce.
Insomma, di strumenti di lotta in quei cartoni animati ce n'erano per tutti i gusti e noi, piccoli discepoli mediatici, ne eravamo estasiati.
Proprio l'abbondanza di armi segrete era la chiave del successo di quell'eroe: era pieno di risorse e chi lo aveva progettato non aveva sciupato nemmeno un centimetro del corpo per stiparvi ritrovati devastanti, in grado di ribaltare le battaglie contro i rivali alieni, altrettanto prestanti ma pur sempre più goffi e imbranati di lui.
Ispiriandoci a quel mitico personaggio, proviamo ad immaginare cinque armi "risolutive" da mettere a disposizione del Toro, attingendo dai colpi a sorpresa dei nostri eroi granata dalle giocate uniche, che erano i loro tratti peculiari, il marchio di fabbrica che li contraddistingueva.
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Immaginatevi di poter urlare il nome di queste armi micidiali, come faceva Actarus, il pilota di Goldrake, e vederle manifestarsi in campo durante il match: sarebbero vittorie garantite, sempre.
Pensate alle parabole magiche di Léo per lo stacco perentorio di Pulici, alla corsa bruciante di Schachner a conquistare palloni persi all'apparenza, ma trasformati in realtà in assist al bacio per le girate vincenti di Graziani.
E dietro Pasquale Bruno a vigilare che nessuno sia tanto imprudente da tentare l'avvicinamento alla nostra porta, tanto autolesionista da capitare tra le sue grinfie.
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Sarebbero fuochi d'artificio ogni volta, autentici viaggi nello spazio da far invidia allo stesso Goldrake, specializzato sì nello scontro con nemici terribili, ma non nell'impatto con il nostro difensore: nonostante il tuono spaziale e i disintergatori paralleli, se la sarebbe vista brutta.
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