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Le ali per far volare il Toro

Cairo, Petrachi, Barile, Jankto, Boyé
Occhi Sgranata / Torna la rubrica del nostro Vincenzo Chiarizia: "Crediamo che sarebbe giusto che Barreca resti e che venga recuperato, perché il suo potenziale è enorme e varrebbe la pena farglielo tirare fuori con il granata addosso"
Vincenzo Chiarizia

Avete presente quando una società, che ha programmato e lavorato sottotraccia, compie il famigerato blitz e si assicura le prestazioni del giocatore seguito a lungo spiazzando tifosi e addetti ai lavori? Ecco, scordiamocelo. Al Toro è possibile assistere solo a telenovele. L’ultima è cominciata da qualche settimana, quella di Verissimo. Del difensore brasiliano, dal nome consono ad una telenovela o ad una rivista dell’editore presidente granata, si parla un gran bene. Ci vogliono almeno 10 milioni, ma al solito ballano un paio di milioni tra domanda e offerta. Finirà come Donsah? Speriamo vivamente di no, tuttavia le premesse non sono buone.

Intanto per quanto riguarda le ali del prossimo 3-5-2 di Walter Mazzarri arrivano sempre più conferme su un possibile ritorno di Bruno Peres in granata. Sarebbe un gradito ritorno quello del laterale destro giallorosso, anche se ricordiamo tutti le sue amnesie in fase difensiva. E’ probabile che Peres, in una formazione come quella granata che dovrà inevitabilmente sfruttare molto di più il contropiede, possa esaltarsi meglio rispetto alla Roma, squadra forte portata quasi sempre ad imporre il proprio gioco. Con Peres la catena destra sarebbe completa visto che De Silvestri sembra aver dichiarato di voler restare in granata. Il giocatore, dopo la grande stagione disputata, merita la conferma, tuttavia va sottolineata come una sua cessione in questo frangente potrebbe essere intelligente vista l’età anagrafica. A 30 anni è difficile ipotizzare come De Silvestri possa ripetere un campionato come quello appena passato. Cedere De Silvestri, magari in Inghilterra, potrebbe generare una delle plusvalenze più sensate per il Toro che potrebbe ricavare una cifra nettamente superiore rispetto a quanto investito per acquistarlo. Sarebbe accettata una sua partenza se, però, la società andasse a ricoprire il suo ruolo con un giocatore di tutto rispetto. Ad ogni modo se dovesse essere confermato De Silvestri e dovesse arrivare Peres, con l’ulteriore conferma di Ansaldi, significherebbe intanto che l’argentino verrebbe definitivamente dirottato sull’out sinistro e che o resta Barreca o si cerca un altro giocatore. Quest’anno il terzino classe ‘95 cresciuto nelle giovanili granata ha avuto una stagione infelice costellata da numerosi infortuni che ne hanno minato il rendimento. Però via social Barreca ha dimostrato tutta la sua poca convinzione a restare al Toro scrivendo che deciderà al meglio per il suo futuro. Ma se l’anno scorso sono stati rifiutati 18 milioni dalla Roma, sarebbe davvero delittuoso cedere Barreca quest’anno ad una cifra che difficilmente potrebbe giungere a doppia cifra. Crediamo che sarebbe giusto che Barreca resti e che venga recuperato, perché il suo potenziale è enorme e varrebbe la pena farglielo tirare fuori con il granata addosso. Ricordiamo tutti il suo recupero su Mohamed Salah in quel Torino – Roma finito 3 a 1 per i granata.

Infine uno sguardo in nazionale. Baselli, Belotti, D’Ambrosio, Sirigu e Zappacosta. Questi sono i nomi della recente storia del Toro e del presente che stanno facendo parte del gruppo azzurro del CT Roberto Mancini e mancano Matteo Darmian e Ciro Immobile. Questo aspetto può indicare due cose: la prima è che, nonostante tutto, il Toro in questi anni abbia seminato bene. Oppure la seconda e cioè che il livello della nazionale sia talmente sceso (e purtroppo i risultati lo dimostrano) che se una squadra come quella granata riesce a mandare in azzurro così tanti giocatori, significa che il bacino a cui il CT può attingere sia davvero ridotto al minimo. Solo investendo nei settori giovanili, anche a livello dilettantistico, si possono generare nel lungo periodo nuova linfa per la nazionale. Ma sarà un processo lungo, esattamente come lo è stato lungo il processo involutivo che ha portato nel giro di 12 anni la nazionale campione del mondo a non qualificarsi a Russia 2018. Ricordo ancora quando negli anni novanta, anni in cui per giunta l’Italia non ha vinto nessun titolo, la convocazione in nazionale doveva essere meritata a suon di prestazioni stellari. Baselli per esempio quest’anno ha giocato a volte molto bene, altre volte molto meno bene e sono certo che negli anni novanta non sarebbe mai stato convocato. L’arduo compito di rilanciare il calcio italiano sta ai politicanti della Lega di Serie A, di Serie B, della Lega Pro e della LND che dovranno cooperare in maniera organica. Le seconde squadre potranno rappresentare un’opportunità significativa. Staremo a vedere i risultati che porteranno.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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