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Le tante facce del Toro

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Tra una decina di giorni finalmente riaprirà la stagione agonistica col ritrovo dei calciatori granata pronti a mettersi a disposizione di mister Ventura per la prima parte del ritiro estivo in quel di Bormio. Diciamoci la verità,...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Tra una decina di giorni finalmente riaprirà la stagione agonistica col ritrovo dei calciatori granata pronti a mettersi a disposizione di mister Ventura per la prima parte del ritiro estivo in quel di Bormio. Diciamoci la verità, stanchi delle solite chiacchiere da bar di cui si nutre il calciomercato, sapere che qualcosa di tangibile si rimette in moto, è un sollievo per tanti di noi: certo il mercato terrà banco fino al 2 settembre cioè inutilmente oltre l'inizio del campionato, ma ad affiancarlo quotidianamente ci saranno le notizie dal campo, le amichevoli, le prime partite ufficiali e mille discussioni su moduli, uomini e prospettive della stagione che va ad incominciare. Oltre che sui nomi, dal 9 luglio ci potremo concentrare sulle facce dei giocatori che avranno l'onore e l'onere di portare i colori granata nella Coppa Italia e nella Serie A 2013-2014: facce da Toro oppure no? Difficile dirlo ora: come al solito il tempo emetterà i suoi verdetti, anche se per qualcuno, come accadde ad Ebagua due anni fa o a Sansone l'anno scorso, non ci sarà neanche quello a segnarne il destino. Di sicuro da subito vedremo un paio di facce nuove: il portiere Padelli e il centrocampista svedese Farnerud. Sul primo non mi sbilancio, nel senso che come secondo è sicuramente all'altezza, se invece dovesse essere lui a sostituire Gillet come titolare, sarebbe una scommessa tutta da verificare. Sul secondo nutro invece grande aspettativa. E' nel pieno della maturità agonistica, ha giocato in parecchi Paesi (tra l'altro anche in un campionato molto competitivo come la Bundesliga), ha caratteristiche che i nostri centrocampisti in rosa non hanno (tra cui una certa confidenza col gol), è svedese e di norma come tutti gli scandinavi non dovrebbe avere problemi con un football spigoloso e tattico come quello italiano: se si ambienterà al meglio, potrebbe essere la nota lieta della stagione. Per fortuna rivedremo facce note e rassicuranti per noi (un po' meno per gli avversari, mi auguro...) come quelle di Cerci, Glik, Darmian, Basha e Rodriguez: una stella e tanti gregari di valore, il mix perfetto di una squadra di ciclismo. Peccato che qui si giochi a calcio, obbietterà qualcuno. Ma l'alchimia potrebbe essere lo stesso quella vincente, ribatto io. Non si sa se rivedremo le facce di Gillet, Gazzi e Barreto. Deferiti da Palazzi, proprio nei giorni precedenti il ritiro dovrebbero conoscere la propria sorte. Il portiere belga è quello che rischia più di tutti (anche di terminare anzitempo la carriera), ma il centrocampista e l'attaccante rischiano di partire per Bormio consci di poter essere impiegati non prima dell'autunno. Un'attesa eterna per un calciatore. Altre facce che non rivedremo saranno quelle dei capitani dell'anno scorso e di quello pronosticato per quest'anno: Bianchi, Ogbonna e D'Ambrosio. Del primo si è detto tutto il possibile e sono pronto a scommettere che non si smetterà facilmente di rimpiangerlo. Sul secondo non vorrei più dire nulla: il fatto che vada alla Juve viene visto ormai quasi come se fosse una cosa normale, ma è bene ricordare che così non è. Sarebbe un grave errore accettare che tale situazione si possa riproporre anche in futuro: in un progetto sportivo di ampio spettro, è una sconfitta che un prodotto del vivaio, per di più di lunga militanza in prima squadra tanto da esserne diventato il vicecapitano, si accasi alla Juventus, ancorchè grande sia il beneficio economico che deriva dall'operazione. I soldi contano, eccome, ma ci sono valori che una società come il Toro dovrebbe tacitamente condividere con la propria tifoseria. Non tenerne conto è un fatto di inaudita gravità che non aiuta quell'unione d'intenti alla base di ogni successo sportivo. Non rivedremo, ma si spera solo temporaneamente, le facce di Suciu, dei fratelli Gomis, di Diop, di Stevanovic e di un'altra manciata di Primavera destinati a prestiti in serie B e Lega Pro con l'augurio che siano il trampolino di lancio per molti di loro per un ritorno definitivo in maglia granata da protagonisti. E' probabile invece che vedremo le facce di Chiosa, di ritorno dall'esperienza a Nocera, e magari di un paio di ex Primavera (Gatto? Barbosa?) a cui auguriamo di fare il miracolo di convincere quel "testone" di Ventura che possono essere valide alternative ai titolari anche se non hanno grandi esperienze alle spalle. Infine il capitolo delle facce che vorrei vedere. Ognuno ha i suoi sogni e i suoi "pallini". Io confesso di non aspettarmi molto dal mercato del Toro e dei nomi fin qui circolati spero che Weiss sia uno di quelli che arriveranno: è indisciplinato e strafottente, è vero, ma è ancora giovane, come talento non ha niente da invidiare a molti e come "garra" potrebbe essere uno da Toro. Molti si aspettano un colpo tipo Maxi Lopez: gran giocatore, ma quando sei stato scartato dal Barcellona e dal Milan, guadagni tanto e sei spesso soggetto ad infortuni, quanto "sacro fuoco" puoi avere per aver voglia di lottare con la maglia granata addosso? E' un sogno con un'alta probabilità di trasformarsi in incubo... Un'ultima cosa. Ci sono facce che non vorrei più rivedere. Non sono quelle di qualche calciatore (in realtà sì, ma per correttezza le tengo per me) ma quelle tra il triste e lo sgomento di coloro che mi circondavano (e io non potevo vedere la mia ma suppongo fosse la stessa...) in Curva Maratona all'87esimo minuto dell'ultimo derby. Quelle, per favore, quest'anno, vorrei proprio che fossero trasformate in facce completamente felici. E' chiedere troppo dopo 19 anni?   Alessandro Costantino

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