Si chiude con due colpi in entrata e cinque uscite la finestra invernale di calciomercato del Torino (QUI IL TABELLONE COMPLETO). Un mercato di riparazione al quale il club granata si era affacciato con il dovere di fare qualcosa per rinforzare una rosa che fino a questo momento ha raccolto soltanto 15 punti nelle prime 20 partite di Serie A. Da un lato bisogna ammettere che, a differenza di quanto fatto in estate, in quest'occasione la società è stata in grado di esaudire le richieste dell'attuale allenatore portando a casa due prime scelte, due innesti mirati. Dall'altro lato, non può che restare qualche dubbio sulle solite tempistiche discutibili che ormai da anni vedono operare il Torino principalmente negli ultimissimi giorni (per non dire ore) a disposizione. Alcune delle dirette concorrenti per la salvezza - il Genoa ad esempio - si erano già rinforzate con anticipo, giovandone non poco dal punto di vista dei risultati. Su questo va però aggiunto che il non aver operato nelle prime settimane di gennaio può essere collegato, in parte, al fatto che c'erano dei dubbi sulla posizione di Giampaolo, poi esonerato a circa metà mese per fare posto a Davide Nicola.
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Arrivederci calciomercato, ora tutti uniti verso la meta
Certo, in un calciomercato segnato da una profonda crisi economica che ha visto la quasi totalità delle squadre italiane rinunciare a colpi ad effetto in entrata, il Torino - almeno dal punto di vista prettamente monetario - il suo l'ha fatto eccome investendo su due calciatori giovani acquistati l'uno (Sanabria) a titolo definitivo e l'altro (Mandragora) in prestito con obbligo di riscatto. A questo si sono unite le cessioni non remunerative economicamente di alcuni giocatori scontenti (da Edera e Millico, giustamente in prestito, a Meité, che a Torino aveva fatto il suo tempo), ma non tutti (Nkoulou è rimasto a Torino e verrà perso a parametro zero a giugno). In generale nell'era Cairo, solitamente, le sessioni invernali di mercato sono state assolutamente parsimoniose. Stavolta non è stato così e occorre riconoscerlo. Tuttavia, va detto che la società era messa spalle al muro dalla classifica. Non era immaginabile, quest'anno, il solito mercato di gennaio all'insegna dell'immobilismo.
Proprio per questo è da sottolineare l'implicita ammissione di colpe da parte della società che, dopo aver cacciato Giampaolo, con le operazioni effettuate sia in entrata che in uscita ha di fatto smentito buona parte del lavoro fatto in estate, che è stato bocciato senza appello alla prova del campo. Non si potevano ripetere altri spiacevoli malintesi come quello che ha visto coinvolto Bonazzoli (che fino all'ultimo istante il Torino avrebbe voluto cedere). Considerando tutto, secondo la personalissima opinione di chi scrive, l'operato della società può essere valutato con una sufficienza (voto: 6). Ora però è tempo di mettersi definitivamente alle spalle (almeno per questa stagione) il mercato e remare tutti verso un unico obiettivo: una salvezza che, numeri alla mano, è ancora ampiamente alla portata.
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