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Ci vuole un vaccino anche per questo Toro

Juventus-Torino
Editoriale / Occasione persa contro una Juve abbordabile, nessun passo avanti: c'è da prendere atto della situazione a tutti i livelli
Gianluca Sartori Direttore 

Chissà se Pfizer, Moderna e AstraZeneca hanno in serbo una soluzione anche per risolvere i mali di questo Torino. Oltre che un vaccino contro il Covid-19, ce ne vuole uno anche contro i mali di questa squadra. Purtroppo tira un vento non piacevole, intorno al Toro: la classifica parla chiaro e la narrazione della squadra in crescita evidente a cui mancano solo i dettagli per svoltare inizia a fare acqua.

Il derby perso con l'ennesima rimonta subita è difficile da digerire per molti, perchè è sempre la partita più sentita ma soprattutto perchè un risultato positivo era assolutamente realizzabile contro una Juventus tutto fuorchè trascendentale. I bianconeri l'hanno vinta in primis sul piano motivazionale, qualcosa che non può che ferire particolarmente il Torino. Occorre prendere atto della situazione: nessun passo avanti sui difetti principali (tenuta mentale e solidità difensiva), il tempo inizia a scarseggiare e le altre squadre non aspetteranno che il Toro metta a posto "le virgole", come ha detto Giampaolo.

In realtà non si parla di virgole: la crisi di identità c'è ed è profonda. Perdere così tanti punti (19) da situazione di vantaggio è un'aggravante. Una crisi che affonda le sue radici a fine 2019. Qui ci sentiamo di aprire una parentesi: Moreno Longo, sottovalutato da molti, conquistò una salvezza faticosissima facendo risultato nelle partite che non si potevano sbagliare. Riuscendo a entrare con risultati tangibili nelle imperscrutabili menti di giocatori come Zaza ed altri: la squadra era sostanzialmente quella di oggi (nell'undici del derby erano tre su undici i giocatori nuovi, contando tra questi anche Singo). Poi gli è stato (frettolosamente) dato il benservito, per dare il via a un nuovo progetto con Giampaolo, affidando al tecnico abruzzese il compito di fare una rivoluzione tecnico-tattica senza però accertarsi che ci fossero i presupposti per farlo.

Il tecnico è stato costretto dalle circostanze a derogare dal suo credo tattico; ma ha anch'egli la sua bella fetta di responsabilità. In questo inizio di campionato, il peggiore di sempre al pari della stagione 2002-2003, si sarà anche vista qualche bella azione, ma clamoroso è il regolare ripetersi delle rimonte subite. Giampaolo non è riuscito per ora ad imprimere un impatto emotivo, a dare certezze, a smussare le insicurezze. Ha l'attenuante, bella solida, di non aver potuto lavorare a contatto con la squadra per venti giorni visto il Covid. Ora ne ha di fronte sette di lavoro, in vista della gara casalinga contro l'Udinese. Sabato prossimo per il Torino non sarà questione di "virgole", ma servirà fare punti o altrimenti gli scenari diventeranno imprevedibili.

 

 

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