"La sofferenza (sportiva, si intende) evidentemente è nel DNA granata. Perché la vittoria contro il Brescia, limpida e meritata, il Torino l’avrebbe potuta conquistare con molti meno patemi. La squadra granata aveva iniziato bene la partita, ma è passata in svantaggio a causa di un gollonzo e a quel punto il mondo sembrava cascare. È stato naturale a quel punto pensare che questa fosse la tipica annata disgraziata in cui è scritto che le cose debbano andare male. Un pensiero rafforzato dal modo in cui la squadra aveva subito il contraccolpo psicologico di quel gol.
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DNA granata
Editoriale / La rimonta contro il Brescia testimonia che Longo ha saputo restituire un’anima a questo Torino
"Ma nella ripresa il Torino ha saputo reagire mettendo sul piatto della bilancia la sua maggior qualità rispetto a quella del Brescia. Non era scontato e non era facile, in quel momento. Si è avuta la conferma del fatto che nel post-Covid c’è stata un’inversione di tendenza generata dal lavoro positivo di Moreno Longo. Il Torino, con tutti i suoi limiti, è vivo e compatto agonisticamente e caratterialmente. Lo si era capito in occasione della prestazione positiva col Parma e poi con la vittoria strappata con i denti contro l’Udinese. Nonostante i risultati maturati, l’elettroencefalogramma del Torino non era piatto nemmeno contro Cagliari (la rimonta era possibile), Lazio (fino al 70’ risultato in parità contro una squadra molto più forte) e Juventus (discreta reazione dopo il 2-0 di Cuadrado certificata dal numero di tiri in porta, fino al tris di Ronaldo su punizione).
"Il Torino dunque è tornato squadra, con tanti difetti, ma pur sempre una squadra viva e vegeta. Qualcosa di diverso da quel che si era visto a gennaio e febbraio. Di questo va dato merito a Longo e, sottovoce, va anche detto che nel secondo tempo contro il Brescia si sono visti scampoli di buon calcio. È arrivata dunque una vittoria che è una pietra miliare verso la salvezza. Un percorso che non è certo finito qui visto che mancano ancora sei punti al raggiungimento di quota 40. Tuttavia, da oggi il Torino può guardare al futuro con un po’ di fiducia in più.
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