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Editoriale

Dove deve migliorare il Torino di Juric

Gianluca Sartori Direttore 
Nei momenti clou la squadra in questa stagione si è spesso sgonfiata: pensiamo agli ultimi 20’ del derby di ritorno con la Juventus, o al secondo tempo del match di Coppa con la Fiorentina

In caso di mancato raggiungimento dell’ottavo posto, il Torino potrà trovare le spiegazioni in quel che è successo nel match contro la Fiorentina. Nel primo tempo la squadra granata ha giocato un’ottima partita, tenendo in mano il pallino del gioco e impedendo ai viola di tirare in porta (fuori casa non capitava alla squadra di Italiano da un anno nei primi 45’). Diverse le buone trame, la squadra ha fatto bene per personalità e per la capacità di risalire il campo col palleggio. Però è mancata sempre la giocata decisiva negli ultimi metri. Parliamo quindi di un gap tecnico da colmare per fare il salto di qualità. Una volta è un controllo al posto di un tiro, un’altra è un filtrante calibrato male, un’altra ancora è un cross sbagliato. Soprattutto da quest’ultimo punto di vista per l’anno prossimo servirà qualcosa di più e di meglio sulle fasce, come è chiaro da tempo. Non si potrà non agire in questo senso in sede di mercato.

Nel secondo tempo, invece, è mancata la capacità di volere con determinazione e con sana disperazione il successo. Dopo il gol di Jovic, nonostante un certo sbandamento che poteva portare allo 0-2, c’è stata la capacità di tornare a galla una volta spalle al muro (e la reazione è partita da Buongiorno, bravissimo nel salvare un gol e nel fare un assist: a questo servono i leader). Ma non quella di andarsi a prendere con cattiveria il risultato pieno (Toro tra le ultime per punti fatti da situazioni di svantaggio: non è un caso). Nei momenti clou la squadra in questa stagione si è spesso sgonfiata: pensiamo agli ultimi 20’ del derby di ritorno con la Juventus, o al secondo tempo del match di Coppa con la Fiorentina. Da un lato questo si può ricondurre all’età media della squadra, molto bassa, ed è dunque inevitabile pagare il dazio dell’inesperienza e della poca malizia. Dall’altro, sta anche alla società e all’allenatore far capire che accontentarsi non è una cosa da Toro. E sarebbe sbagliato farlo per avere raggiunto i 50 punti come l’anno scorso: ora è fondamentale andare a migliorare il bottino, solo così l’annata potrebbe dirsi davvero positiva.