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EDITORIALE

E Juric sarebbe un integralista?

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La vittoria di ieri deve essere il punto da cui ripartire per i granata. Il cambio modulo ha portato i suoi frutti, ora bisognerà continuare su questa strada
Gianluca Sartori Direttore 

Il futuro dirà se la vittoria di Lecce può rappresentare una vera svolta o meno, quello che sembra di poter dire intanto è che il Torino è squadra viva dal punto di vista caratteriale, che la sua vera anima è Alessandro Buongiorno, assolutamente insostituibile per quello che trasmette prima ancora che per quello che fa in campo, e che Ivan Juric sta smentendo chi lo riteneva un integralista, un tecnico che si ostina a utilizzare un solo modulo.

Dopo la sconfitta nel derby era chiaro a tutti, come avevamo scritto su queste colonne, che occorreva cambiare direzione dal punto di vista tattico rispetto a ciò che si era fatto nei primi due anni di gestione. Una chiara e semplice conseguenza della campagna acquisti, che ha tolto qualità alla trequarti consegnandola all’attacco. Juric ci ha provato prima con il 4-2-3-1 visto con l’Inter, ma non era la mossa giusta, perché quel modulo accentuava invece di nascondere il principale difetto della squadra, ossia la povertà di fantasia sulla trequarti. La veste tattica di Lecce, il 3-5-2, ci sembra invece quella più adatta per le caratteristiche degli interpreti a disposizione.

Servono ovviamente ulteriori conferme, non basta una partita a trarre le conclusioni dovute. Però, secondo noi, vale la pena di continuare su questa strada, anche per quanto riguarda le scelte degli uomini. Dentro elementi affidabili e che danno tutto specie nelle difficoltà come Rodriguez, Tameze, Vojvoda e Linetty; fuori un Seck inadeguato per la categoria, Ilic finchè gioca sulle uova invece che col coltello tra i denti e Radonjic finché mette sé stesso davanti alla squadra. E avanti una partita alla volta, per chiudere in modo degno un triennio che non può e non deve rivelarsi un flop.

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