EDITORIALE

E se il dopo-Belotti fosse già in casa?

Pellegri è l'emblema di un Toro che sbaglia più per ingenuità che per limiti tecnici. E Juric crede ciecamente in lui
Gianluca Sartori Direttore 

Se Belotti dovesse rimanere al Torino sarebbe la soluzione ideale per tutti. Perché il Torino è la dimensione più giusta per Belotti, perché Belotti al Torino è amato e darebbe alla sua carriera il significato di bandiera di un club nobile del calcio italiano, perché il Torino continuerebbe ad avere un attaccante che garantisce la doppia cifra in Serie A (al netto di questa annata in cui è stato fermo quattro mesi per infortuni) e che è capace di far innamorare i bambini. Ma poiché arrivati a metà aprile il suo contratto è sempre in scadenza a giugno, è logico prendere in considerazione la concreta ipotesi che vedrebbe le strade del Torino e di Belotti separate dal 1° luglio in poi.

In tal caso, è azzardata ma solo fino a un certo punto l’affermazione secondo la quale il Torino, il dopo-Belotti, potrebbe anche averlo già in casa e si chiama Pietro Pellegri. Perché è anche in quest’ottica che il club granata lo ha preso a gennaio. Nel talento di questo ragazzo crede Ivan Juric, che lo conosce meglio di tutti. Ci credette il Monaco, che spese una cifra esorbitante per prenderlo dal Genoa, e ci credette anche il Milan, con Massara e Maldini che raramente sbagliano scelte. Le incognite, per quanto riguarda Pellegri, sono soprattutto di carattere fisico, ma può essere fondata la speranza nel fatto che un ragazzo di vent’anni ha ancora tempo e modo di mettersi gli infortuni alle spalle se lavora su sé stesso nel modo giusto.

Pellegri è sicuramente il personaggio di copertina della partita contro la Lazio, perché ha segnato e perché ha regalato ai biancocelesti il pallone che ha portato al pareggio. Ma Pellegri è l’emblema di un Torino che sbaglia più per ingenuità che per limiti tecnici e che ha buoni margini di miglioramento. Ai giovani va dato modo di sbagliare e la squadra che ha terminato la gara aveva un’età media di circa 23 anni: guardare al futuro con fiducia si può. La società ha preso la via dell’investimento sui giovani di qualità (guardate anche Samuele Ricci, che cresce sempre di più). È consigliabile perseguirla con coraggio anche nel prossimo futuro.

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