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l'editoriale

Il bello e il brutto della gestione Juric

Gianluca Sartori Direttore 
Fiorentina-Torino è stata la sintesi perfetta di quello che è stato, fino ad oggi, il governo granata di Ivan Juric

Fiorentina-Torino è stata la sintesi perfetta di quello che è stato, fino ad oggi, il governo granata di Ivan Juric. Non solo perché si è trattato di una delle tante trasferte finite con un ko per 1-0 in casa di una avversaria davanti in classifica rispetto ai granata. Ma perché, nelle pieghe della partita, i granata hanno riproposto gli stessi pregi e gli stessi difetti che tutti quanti commentiamo da tempo.

Pregi sono la voglia di fare la partita, soprattutto in trasferta, con idee di gioco e personalità. La capacità di giocarsela alla pari sempre e comunque, mettendo in difficoltà qualunque avversario. La concentrazione nell’approccio alla gara (16 primi tempi senza prendere gol: nessuno ha fatto meglio in questa Serie A), indice del fatto che le partite vengono preparate bene. Poi c’è la qualità della fase difensiva, che concede poco o nulla: prima del gol di Ranieri la Fiorentina non si era praticamente mai resa pericolosa, nonostante sia una delle squadre più prolifiche del campionato.

Dall’altro lato ci sono i difetti, cronici e ricorrenti. La grande sterilità nel segnare ma anche nel creare occasioni da gol limpide, discorso che vale all’ennesima potenza per le palle inattive a favore; la difficoltà nell’interpretare i momenti delle partite, soprattutto quelle che contano di più, specie per quanto riguarda i finali di gara; i cambi dalla panchina che quasi mai si rivelano un valore aggiunto, e non solo per il fatto che la qualità delle seconde linee è migliorabile.

Il Toro è questo qui da due anni e mezzo, una squadra bella e incompiuta, alla quale manca sempre un pezzo per fare il salto di qualità. Questo step in più, nel frattempo, lo hanno compiuto due squadre che possono definirsi dirette concorrenti, o comunque competitor paragonabili al Toro per forza economica e bacino d’utenza, quali Bologna e Fiorentina. C’è ancora un girone di ritorno (più una partita) per provare a migliorarsi. Poi verrà la scadenza del contratto di Juric, e con essa il momento di tirare le somme.