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Il Comandante
Non avrà fatto punti contro le big (e per questioni di dettagli), ma il Torino non sta sbagliando le partite “da vincere”: una qualità propria delle grandi squadre. E dopo Torino-Sampdoria cresce la sensazione che quella granata possa davvero diventare una squadra importante per come sta riuscendo a interpretare questo tipo di partite: questione non solo di identità tecnico-tattica, ma anche di mentalità. Si è vista una formazione sicura di sé, decisa a prendersi quello che le spetta. E che dire della qualità del gioco? I granata a tratti si cercano e si trovano a memoria: vedere per credere l’azione palla a terra da manuale che ha sbloccato la partita contro una Sampdoria scesa in campo con due linee compattissime a protezione della sua area. E poi ci sono Praet e Belotti: stanno tornando al top della forma e sono due che alzano il livello della squadra, se Juric riuscirà a farli rendere al meglio le soddisfazioni arriveranno eccome.
Che lavoro pazzesco sta facendo Ivan. C’è un motivo se a Verona lo chiamavano “Il Comandante”. La direzione tracciata dal tecnico è quella giusta, colpisce davvero come abbia proiettato il Torino in un’altra dimensione prendendo le redini di una squadra che era reduce da due annate di difficoltà estrema. Forse il paragone con il passato recente influenza fin troppo in positivo i giudizi e la squadra dovrà essere abile a rimanere umile, sfruttando nel modo giusto l’entusiasmo che si creerà nell’ambiente. Intanto, l’immagine più bella è quella dei 4000 ragazzini festanti delle Academy sugli spalti contro la Sampdoria. Magari non tutti loro sono tifosi del Toro, ma forse da ieri sera qualcuno di loro potrebbe diventarlo: perché a vedere questa squadra ci si diverte davvero.
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