Per questo Toro, inteso come ambiente complessivo con tutte le sue componenti, l’Europa sarebbe un regalo piovuto dal cielo e sostanzialmente immeritato. Rimandiamo però di un paio di giorni le considerazioni su questo aspetto, in attesa della finale di Conference League della Fiorentina. Intanto si può trarre un giudizio definitivo sull’era Juric, che si è conclusa a Bergamo.
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Il giudizio definitivo sull’era Juric
Limitandosi a parlare del piano tecnico (per quanto riguarda il mai scoccato feeling del tecnico croato con la piazza vi rimandiamo invece a quest’altro articolo), la gestione dell’ultimo triennio è stata positiva ma non eccezionale. Positiva, perché il concetto di Juric del guardare a dove si era e dove si è oggi è sempre valido. Il ricordo del biennio terribile 2020-2021 non può essere tralasciato. Rispetto ad allora sono migliorate la posizione in classifica, il parco giocatori (tre elementi in Nazionale in effetti non sono pochi), il Filadelfia, che è stato reso più completo e all’altezza degli standard richiesti oggi per una realtà professionistica. In campo la squadra è stata praticamente sempre competitiva in ogni partita, sbagliando raramente approccio e dimostrandosi osso duro per chiunque. La base attuale della squadra vede un folto gruppo di giocatori di proprietà con margini di miglioramento e la possibilità di qualche cessione da cui ottenere forza economica per migliorare il livello.
Ma allo stesso tempo è bene sottolineare che i miracoli e le imprese sportive sono ben altre. La terza ed ultima annata avrebbe potuto e dovuto essere migliore. L’obiettivo non può non essere quello di crescere sempre, dunque aver colto lo stesso numero di punti dell’anno precedente (53) non è pienamente soddisfacente. Sul piano del gioco si è visto un Toro troppo spesso noioso e sterile, che non ha divertito i suoi tifosi. Mai è stato raggiunto un traguardo non impossibile, quello delle tre vittorie di fila, a testimonianza di una discontinuità di risultati; negli appuntamenti clou la squadra ha spesso sotto-performato. Juric ha sempre avuto il pieno sostegno della società, ma alcuni degli investimenti principali per giocatori espressamente richiesti (Ilic e Vlasic su tutti) al momento non hanno fatto fare il salto di qualità lasciando buchi di troppo nel bilancio. E pesano tanto i rimpianti dei derby contro la Juventus: Ivan ha intercettato tre anni in cui i bianconeri erano di un livello abbordabile, ma non ha vinto nemmeno un confronto. Vedremo se l’era che si è chiusa ieri lascerà in dote la Conference League, e può essere che i veri frutti della gestione Juric si vedranno nel prossimo futuro, ma la sensazione è che sia giusto che ora le strade si separino.
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