Chissà cosa direbbe Oreste Bolmida, il leggendario trombettiere che dava la carica al Grande Torino. Il Toro di oggi ha ribaltato il concetto di quarto d’ora granata: allora era il momento della partita in cui Valentino Mazzola e compagni alzavano i giri del motore e tritavano gli avversari, oggi è quella fase di gioco in cui il Torino butta al vento tutto quel che di buono era stato fatto in precedenza, prendendo un paio di gol in rapida successione e subendo rimonte. Il film è sempre lo stesso e si è visto contro Sassuolo, Lazio, Inter e Sampdoria. Sono in tutto 16 i punti persi da posizione di vantaggio, record europeo non da oggi.
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Il nuovo quarto d’ora granata
Hai voglia a dire che prima o poi questo problema sarà superato, poi si ripropone di fatto ad ogni partita; il Torino passa avanti e sa che non riuscirà a tenere il risultato, così come gli avversari sanno che non bisogna darsi per perduti quando sono sotto contro i granata. A questa squadra servirebbe un episodio fortunato, che manca puntualmente, e magari anche un portiere che pari: ingrediente che era stato fondamentale per la salvezza della scorsa stagione e che manca del tutto quest’anno a causa della attuale metamorfosi negativa di un Sirigu irriconoscibile.
E se è innegabile che il Torino sia una squadra viva - lo dimostra la reazione veemente che ha portato al pari e avrebbe anche potuto far fruttare una vittoria se non fosse stato per un ottimo Audero - non può non preoccupare Giampaolo la friabilità di una squadra che ha la peggior difesa della Serie A, a vanificare i gol messi a segno dal miglior Belotti di sempre. La verità è che il match contro la Sampdoria era da vincere per un Torino che si trova in zona retrocessione quando un quarto di campionato se ne è andato. La svolta tarda ad arrivare. Arriverà nel derby? Per crederlo ci vuole un vero atto di fede.
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