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Editoriale

Il piglio della squadra forte

Gianluca Sartori

Il Torino ha spirito e gioco per arrivare alla salvezza, ma non si può sempre inseguire

Il Torino torna da Bologna con l’amaro in bocca per i tre punti che non sono arrivati. Li avrebbero meritati, i granata, perchè hanno giocato una partita sempre all’attacco, con l’intensità e con il piglio di una squadra forte sul campo di un Bologna che ultimamente in casa aveva vinto spesso. Subendo un gol per un evidente errore del portiere in quella che è stata quasi l’unica vera occasione da gol concessa agli avversari e sprecando almeno tre palle gol nitidissime fabbricate tramite azioni da gol non casuali ma nate da un gioco palla a terra ben congegnato. Il Torino sta mettendo in campo non solo il carattere, ma anche il coraggio, come si era già visto nelle precedenti partite. I presupposti per arrivare alla salvezza paiono esserci e proprio per questo per il Toro non può che aumentare il rammarico relativamente alla gara di Bologna, acuito dal fatto che il margine sulla terzultima si è ridotto di due punti.

Ma il Torino è ancora padrone del proprio destino, tre punti più su del Cagliari, con una partita in meno e con la differenza reti a favore. Ci sono sei squadre in lotta per evitare il terzultimo posto, però i granata devono guardare solo a loro stessi perché ora lo spirito e il gioco per arrivare alla salvezza ci sono. Devono aggiungersi altri ingredienti: più cinismo sotto porta (e qui è chiamato in causa anche Belotti), il ritorno del miglior Sirigu e una maggior capacità di leggere i momenti della partita. Non può essere un caso se su tredici partite della gestione Nicola, per dieci volte il Torino è passato in svantaggio per primo. Forse per la troppa foga, forse per questioni tattiche; sicuramente non si può sempre partire con l'handicap perché le rimonte non possono riuscire ogni volta.