Il Torino di Juric gioca come dovrebbe giocare idealmente il Toro. Aggressività e duelli, voglia di giocarsela a testa alta sempre e comunque, ricerca del dominio della partita. Poi non tutte le ciambelle vengono col buco, perchè in campo ci sono gli avversari e perchè esistono i periodi più o meno brillanti, ma l'intento è sempre quello di andarsi a prendere i risultati con le proprie mani e di divertire gli spettatori, a costo di rischiare qualcosa in fase difensiva. Il cambio di mentalità è la vera rivoluzione varata dal tecnico croato in questa stagione: la squadra gioca a viso aperto contro qualunque avversario e ha personalità. Il tecnico è stato bravissimo a trasferire il suo modo di intendere il calcio ai giocatori, che hanno provato quasi sempre (sono state pochissime le partite veramente sbagliate dal Toro di quest'anno) a metterlo in pratica pur con i loro limiti.
EDITORIALE
Il Toro ci piace così
Anche a Bergamo questo si è visto, contro un avversario senza dubbio più forte. E anche a Bergamo si è vista la solita tendenza a concedere qualcosa di troppo nei minuti finali, limite conclamato del Torino che certo non è frutto del caso. La gestione delle situazioni di vantaggio è un'abilità fondamentale di una squadra e rappresenta il principale margine di miglioramento su cui il Torino deve lavorare. E' una questione di concentrazione, di interpretazione dei momenti della gara, di tattica. Juric può e deve riuscire ad evolversi e a far evolvere la squadra sotto questo punto di vista perchè l'anno prossimo il paragone sarà con il Toro di metà classifica di quest'anno e non con quello da retrocessione delle due stagioni precedenti. Ma la base dovrà restare l'identità del Toro di oggi, che sa unire personalità ed aggressività, grinta e idee di gioco. Un Toro che gioca le partite per essere protagonista.
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