Ivan Juric è sicuramente una persona vera; è schietto, diretto e senza filtri. Quello che pensa e che sente lo dice; come lo vediamo davanti ai microfoni, così è anche sul campo. Questo ha diversi lati positivi ma, a nostro avviso, anche qualche effetto negativo. Vero che il principale criterio per giudicare un allenatore è ciò che esprime la sua squadra sul campo, ma in realtà - come avranno già provato a dirgli in moltissimi - qualche piccola accortezza comunicativa delle volte servirebbe. Questo perché i calciatori che allena non sono delle isole, ma hanno sempre lo smartphone in mano.
Editoriale
La comunicazione di Juric
Da diversi mesi il tecnico mette in evidenza le carenze della rosa che ha a disposizione. L’ultimo caso prima della gara contro la Salernitana. “Dia, Piatek e Candreva della Salernitana non sono un attacco inferiore al nostro”, ha detto. Al netto del fatto che può aver ragione, un allenatore non dovrebbe sminuire i suoi giocatori, ma concentrarsi sul farli rendere al 100% delle proprie capacità e forse qualcosina in più. In questa stagione lui ci sta riuscendo solo a tratti.
Juric, che tutto è meno che stupido, lo sa; difatti, sia prima che durante la partita contro i campani si è speso per la prima volta in una sincera e probabilmente fondata autocritica. Cosa apprezzabilissima sempre, ma forse non è opportuno far passare il messaggio che a nove partite dal termine sia già il momento di tracciare i bilanci. Una comunicazione del genere da parte della guida tecnica, insieme alla mancanza di veri obiettivi di classifica e al fatto che diversi giocatori hanno il futuro incerto, forma un mix che può portare a un approccio al match negativo da parte della squadra come quello visto contro la Salernitana. Dal Torino e dal suo tecnico ci attendiamo quindi una pronta reazione che scacci via l’atmosfera da fine campionato che si respira.
© RIPRODUZIONE RISERVATA