Senza voler giudicare le legittime scelte di un presidente, l’eventuale arrivo al Torino di Davide Vagnati, rampante direttore sportivo, aprirebbe un punto interrogativo sul futuro di Massimo Bava. È naturale che quanto si è visto in campo in questa stagione prima dell’interruzione possa portare a dei cambiamenti in seno al Torino, ma a nostro avviso questo non influisce sulla considerazione che si deve avere del lavoro dell’attuale ds granata.
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La fiducia che merita Massimo Bava
Editoriale / L’attuale direttore sportivo per capacità e attitudine merita un ruolo di primo piano nel Torino
La credibilità di Bava rimarrà a nostro avviso inalterata in qualsiasi caso. Per tanti motivi: innanzitutto perché è uno che è arrivato ai massimi livelli dopo vent’anni di gavetta, quella gavetta che da sempre è il miglior biglietto da visita. Poi perché quando ha avuto tempo e modo per lavorare ha portato risultati eccellenti (vedi i sette anni nel settore giovanile del Torino ma prima ancora i successi nelle categorie inferiori). Per quanto riguarda le due finestre di calciomercato che ha condotto (estate 2019 e gennaio 2020), Bava è sostanzialmente ingiudicabile. Perchè ha avuto uno scarsissimo margine per incidere (essendo stata la strategia societaria basata in entrambi i casi sulla decisione sostanziale di non operare o quasi sul mercato in entrata). Inoltre, ha dovuto fare i conti con tanti compiti da assolvere: tenere in mano le redini della prima squadra, coordinare la Primavera, ricostruire un comparto scouting.
Bava ha fatto molto in questo senso per quasi un anno, parlando poco e lavorando tanto: può aver pagato lo scotto del noviziato alla prima avventura in Serie A, ma di certo è uno che sa adattarsi e - fattore non secondario - dopo tutti questi anni il Toro gli è entrato dentro davvero. Per questi motivi gli auguriamo di conservare a lungo quel ruolo di primo piano nel Torino che senza dubbio merita.
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