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La fiducia che merita Massimo Bava

Editoriale / L’attuale direttore sportivo per capacità e attitudine merita un ruolo di primo piano nel Torino

Gianluca Sartori

Senza voler giudicare le legittime scelte di un presidente, l’eventuale arrivo al Torino di Davide Vagnati, rampante direttore sportivo, aprirebbe un punto interrogativo sul futuro di Massimo Bava. È naturale che quanto si è visto in campo in questa stagione prima dell’interruzione possa portare a dei cambiamenti in seno al Torino, ma a nostro avviso questo non influisce sulla considerazione che si deve avere del lavoro dell’attuale ds granata.

La credibilità di Bava rimarrà a nostro avviso inalterata in qualsiasi caso. Per tanti motivi: innanzitutto perché è uno che è arrivato ai massimi livelli dopo vent’anni di gavetta, quella gavetta che da sempre è il miglior biglietto da visita. Poi perché quando ha avuto tempo e modo per lavorare ha portato risultati eccellenti (vedi i sette anni nel settore giovanile del Torino ma prima ancora i successi nelle categorie inferiori). Per quanto riguarda le due finestre di calciomercato che ha condotto (estate 2019 e gennaio 2020), Bava è sostanzialmente ingiudicabile. Perchè ha avuto uno scarsissimo margine per incidere (essendo stata la strategia societaria basata in entrambi i casi sulla decisione sostanziale di non operare o quasi sul mercato in entrata). Inoltre, ha dovuto fare i conti con tanti compiti da assolvere: tenere in mano le redini della prima squadra, coordinare la Primavera, ricostruire un comparto scouting.

Bava ha fatto molto in questo senso per quasi un anno, parlando poco e lavorando tanto: può aver pagato lo scotto del noviziato alla prima avventura in Serie A, ma di certo è uno che sa adattarsi e - fattore non secondario - dopo tutti questi anni il Toro gli è entrato dentro davvero. Per questi motivi gli auguriamo di conservare a lungo quel ruolo di primo piano nel Torino che senza dubbio merita.

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