EDITORIALE

La formula anti-Juric

Gianluca Sartori Direttore 
A Juric va dato l'innegabile merito di aver dato al suo Torino una chiara e precisa identità, ma ora sorge il sospetto che gli avversari stiano trovando le contromisure.
01:48 min

Guardando alle cose nel loro complesso, sarebbe molto probabilmente sbagliato accogliere la sconfitta del Torino contro il Venezia come un dramma. Anzitutto non va dimenticato che, se non fosse stato per una forzatura (diciamo così) dell'arbitro, ossia il discutibile annullamento del gol di Belotti al 90', la partita sarebbe probabilmente terminata in parità. Inoltre, che la squadra granata non fosse all'altezza della lotta per l'Europa non lo si è scoperto ieri; e nel contesto di un'annata di transizione come quella attuale degli alti e bassi ci stanno. L'annata di transizione però è tale se serve a rendere più forte la squadra sia nei singoli che nel collettivo e proprio da quest'ultimo punto di vista c'è da lavorare.

La partita contro il Venezia ha infatti fortificato ulteriormente la sensazione, già espressa su queste colonne, che il Torino dovrebbe imparare a suonare spartiti diversi se vuol avere più armi per far fronte alle svariate difficoltà di una stagione. Paolo Zanetti, dopo aver passato venti minuti in apnea, è passato a giocare a specchio puntando sui duelli individuali e sulla lotta fisica sulle seconde palle. E ha finito per impedire alla squadra di Juric di essere pericolosa (checché se ne dica, il pericolo più grosso creato dal Torino del secondo tempo - gol annullato a parte - è stato un tiro da fuori di Rodriguez). Proprio come avevano fatto l'Udinese (sia sette giorni fa sia nella gara di andata) e il Verona, il Venezia ha spostato la contesa sul terreno preferito del Torino e ciò si sta rivelando la formula giusta per anestetizzare una squadra che altrimenti ti sa azzannare alla giugulare come poche altre.

A Juric va dato l'innegabile merito di aver conferito al suo Torino una chiara e precisa identità, ma ora sorge il sospetto che gli avversari stiano trovando le contromisure. Il calcio è una cosa difficile; quando pensi di essere sulla strada giusta arriva la gara stregata che domini ma non vinci, la doppia squalifica dei centrocampisti titolari, l'infortunio che toglie di mezzo un giocatore unico per caratteristiche. Proprio per questo occorre dotare la squadra di codici differenti per farla adattare alle mille variabili che possono subentrare all'interno di un campionato.