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Probabilmente il Torino 2021/2022 non è una concorrente per le posizioni europee, non lo è mai stato e non lo era dopo le belle vittorie contro Fiorentina e Sampdoria. Ma non è nemmeno una squadra da buttare dopo la sconfitta contro l’Udinese: nell’arco di una stagione – che fin qui è comunque positiva viste le premesse - ci possono stare alti e bassi e l’equilibrio va sempre mantenuto nelle analisi, sia nei momenti positivi sia nei momenti negativi.
Posta questa premessa, i macro-temi che emergono nel post Udine sono due: il primo è il momento negativo del portiere Vanja Milinkovic-Savic, il quale con i suoi errori ha determinato la sconfitta del Torino in coda a una gara che sarebbe stata altrimenti da 0-0. L’altro, non meno importante, è il passo indietro sul piano della prestazione corale. Un passo indietro che, se da un lato è un’ulteriore conferma dei difetti cronici di questo Toro (la tendenza a incassare gol nei minuti finali e le difficoltà a mantenere lo stesso livello di rendimento tra casa e trasferta), dall’altro risulta inaspettato per la grande crescita evidenziata dalla squadra nel mese di gennaio.
Ora Juric e il suo staff dovranno trovare una spiegazione a quanto si è visto. Una delle riflessioni può riguardare il fatto che a questa squadra manchi un piano B. Nello specifico, quando incontra una squadra che accetta i duelli uno contro uno, regge sul piano fisico e all’aggressività contrappone aggressività ancora maggiore, il Torino non riesce a trovare soluzioni differenti. La squadra di Juric fatica contro chi fa un calcio simile: lo si era visto sempre contro l’Udinese nel match di andata e pure contro il Verona. Quando è così occorre trovare idee tattiche differenti, pescare il cambio giusto dalla panchina o magari puntare sulle palle inattive: quest’anno troppe poche volte il Torino ha fatto gol da corner, lasciando perdere il fatto che un centro su punizione non arriva dal 2017. Juric sta facendo un grande lavoro nel far evolvere moltissimi giocatori e merita solo complimenti per come ha fatto svoltare il Torino, ma ora sta anche a lui ampliare il numero di frecce nella faretra granata.
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