Frosinone, Empoli, Udinese. Solamente dopo le prossime tre partite si potranno pesare le reali ambizioni di questo Toro. L'occasione offerta dal calendario è ghiotta, ma in troppe occasioni i granata sono mancati sul più bello, sbagliando puntualmente occasioni che avrebbero permesso di compiere il tanto ambito salto di qualità. Nonostante un avvio di stagione anonimo, tanto sul piano del gioco quanto su quello dei risultati, il campionato del Toro è ancora vivissimo: il settimo posto dista solamente tre lunghezze, a cinque punti c'è addirittura la zona Champions.
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La risposta che serviva, ora tre partite per pesare le ambizioni del Toro
Intanto il Toro ha dimostrato di essere vivo. Il crollo del secondo tempo di Bologna aveva acceso un campanello d'allarme: una ripresa anonima, ma soprattutto la squadra sparita dal campo dopo lo svantaggio. Serviva dunque una risposta, soprattutto sul piano mentale. E questa c'è stata: il 3-0 rifilato all'Atalanta, accompagnato da una partita quasi perfetta, ha detto che questo Toro è ancora vivo.
Ha ragione Juric quando dice che il campionato granata va diviso in due: c'è un Toro prima e dopo il cambio di modulo. La prestazione contro l'Atalanta ha dimostrato che il secondo tempo di Bologna si potrebbe classificare come piccolo incidente di percorso, ma saranno le prossime tre partite a chiarire se i granata abbiano definitivamente cambiato pelle. Partite facili in Serie A non esistono, ma se il Toro vuole veramente alzare l'asticella ha il dovere di non sbagliare contro Frosinone, Empoli e Udinese: sulla carta il filotto è abbordabile e potrebbe aprire scenari di classifica molto importanti.
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