Se un allenatore accusa apertamente di poca trasparenza un presidente e di incapacità un direttore sportivo, su che basi può continuare il rapporto tra l’allenatore stesso e la società? Domanda legittima alla quale, mentre è forte la curiosità di sapere cosa ne pensa l’altra campana, viene in mente una sola plausibile risposta: serve rispondere coi fatti alle pubbliche sollecitazioni del tecnico in questi ultimi tre giorni di mercato. Servono almeno due giocatori, un difensore e un trequartista, che siano due veri valori aggiunti in grado di alzare il livello della squadra. La società, come l’estate scorsa, non sta riuscendo nel compito di soddisfare le richieste del tecnico. A differenza del 2020, stavolta c’è un allenatore che non si fa bastare il lauto contratto firmato se non si sente pienamente coinvolto in un progetto vero e davanti ai microfoni è incontenibile nella sua schiettezza.
EDITORIALE
Le basi per continuare
Ora l’auspicio è che la “pesca” tardiva almeno porti a nomi per i quali valeva la pena aspettare.
Si può discutere sull’opportunità o meno di questa schiettezza, ma è difficile essere in disaccordo con Juric nel merito su molti dei concetti espressi; soprattutto quando fa notare che non è automatico fare meglio dell’anno scorso se la squadra rimane pressoché la stessa. Contro l’Atalanta diverse circostanze avevano favorito una prestazione positiva della squadra; a Italiano è bastato guardare il match, preparare i suoi alla lotta sui lanci lunghi e sulle seconde palle e nel Torino è uscita fuori evidentissima l’assenza di un piano B. Su tre partite ufficiali giocate, in due occasioni si è visto un Torino non all’altezza. Evidentissima e urgentissima è la necessità di operare sul mercato: che la società si riduca a farlo negli ultimi giorni – togliendo il tempo al tecnico di turno per inserire i nuovi in squadra - non è una novità e non è colpa del Covid. Ora l’auspicio è che la “pesca” tardiva almeno porti a nomi per i quali valeva la pena aspettare.
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